Si parla ancora, a distanza di ormai quasi quattro anni, dei banchi a rotelle comprati nelle scuole in piena pandemia da Covid-19. Come riporta Ansa alcuni banchi che all’epoca sono stati acquistati per garantire il distanziamento fisico nelle aule che erano rimasti in un magazzino sono stati svenduti al prezzo simbolico di un euro l’uno.
“Ingombranti e difficili da gestire”
Questo ciò che è successo in un piccolo centro del padovano, Bagnoli di Sopra, il cui Comune ha deciso di acquistarne un centinaio, al prezzo di 1 euro ciascuno, accogliendo l’offerta della Provincia di Padova, che ne aveva 600 nei propri magazzini.
“Sono sedie nuove, mai usate, certificate, e certamente adatte al nostro scopo” ha detto al ‘Mattino di Padova‘ il sindaco di Bagnoli, Roberto Milan, che stava cercando delle sedie per attrezzare una grande sala riunioni all’interno di una ex base militare. “Con questo acquisto – ha aggiunto – arriviamo a 400 posti a sedere. Se fossero state comprate nuove avremmo speso molto di più”. Quattro anni fa le sedie con ruote e ripiano erano costate circa 150 euro l’una.
L’assessora con delega alle Politiche Educative e Scolastiche Cristina Piva ha detto a Il Corriere della Sera: “A Padova non credo che molte scuole li abbiano richiesti: sarebbero utili ma sono sicuramente ingombranti e difficili da gestire. Lo spreco di questo materiale è in ogni caso ingiustificato. Noi a Padova ne abbiamo una settantina in stallo e so che sono utilizzati quando si organizzano riunioni o conferenze con molte persone presenti. Le nostre aule scolastiche non sono pensate per ospitare arredamenti di quella portata. Lo spazio è poco sia per utilizzarli che per accatastarli”.
Tutto è stato frutto, nel 2020, della scelta dell’allora Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che li ha indicati come alternativa ai classici banchi scolastici in vista dell’avvio del primo anno scolastico dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19.
Il Movimento 5Stelle rispedisce le accuse al mittente
“Le capacità mistificatorie degli esponenti meloniani non hanno davvero limiti. Oggi utilizzano strumentalmente la notizia di una presunta svendita di banchi a rotelle a Padova per attaccare il MoVimento 5 Stelle. Evidentemente gli sfugge non solo che quell’acquisto venne fatto, in esubero, da un esponente di Forza Italia che era all’epoca vicepresidente della provincia. Ma anche che il MoVimento 5 Stelle fece un esposto per far luce su quella vicenda, la stessa che oggi loro tentano goffamente di utilizzare per attaccarci. Quando non si hanno argomenti ci si appiglia a tutto, ma questo è il classico boomerang per chi prova ad usare questo caso contro di noi”, questa la replica del capogruppo M5S in commissione cultura alla Camera Antonio Caso.
“Respingiamo al mittente ogni tipo di accusa, anche indiretta, che esponenti di maggioranza ci stanno rivolgendo sul caso dei banchi a rotelle di Padova. Anzitutto la presunta svendita’ è stata smentita dalla stessa provincia di Padova. Dopodiché a chi ha spesso il proprio tempo per fare note stampa per attaccarci sarebbe bastato andare su Google e fare una piccola ricerca per sapere che l’incauto acquisto venne fatto da un esponente locale di Forza Italia e che per giunta il MoVimento 5Stelle fece un esposto alle autorità competenti sull’intera vicenda. È evidente: al solo sentire le parole ‘anche a rotelle’ le truppe meloniane partono all’assalto, non riuscendo nemmeno a fare qualche verifica e a comprendere che, se un problema c’è stato, era tutto interno alla loro maggioranza”, così il capogruppo M5S in commissione cultura al Senato Luca Pirondini.
Il caso dei banchi a rotelle gettati a Venezia
Alla fine del 2021, un anno dopo la proposta dell’Azzolina, un liceo di Venezia è salito agli onori della cronaca in quanto si è scoperto che, a causa dell’impossibilità di utilizzo, la dirigente scolastica ha deciso di gettare i banchi incriminati con l’aiuto di una ditta di trattamento rifiuti ingombranti. L’immagine dei banchi a rotelle accatastati su una bettolina per essere portati in una discarica ha scatenato i detrattori dell’idea dell’ex Ministra.
A distanza di meno di un anno dai fatti la dirigente della scuola che si era difesa pubblicamente dicendo di aver adottato un provvedimento d’urgenza per ragioni di sicurezza perché i banchi erano inutilizzati e accatastati in biblioteca da mesi, è stata rimossa dal suo incarico. Perché? La decisione dell’Ufficio Scolastico Regionale, come riporta Il Gazzettino, è dovuta a “motivi eccezionali”.
La DS era entrata in servizio nel settembre del 2020, solo due anni prima. Il Gazzettino riporta che è stata proprio lei a chiedere di essere trasferita, nonostante non siano ancora trascorsi i canonici tre anni durante i quali per convenzione un dirigente rimane in una scuola. Non si conoscono le motivazioni della Preside e ciò che si sa non è ovviamente abbastanza per dire che siano riconducibili a quanto avvenuto ad ottobre 2021.