Il rapporto dell’Unicef, Pulse Check on Digital Learning, contiene la prima mappatura finora realizzata al mondo di 471 piattaforme nazionali in 184 Paesi con il supporto di EdTech Hub. Dalla ricerca emerge la denuncia della stagnazione dell’accesso all’apprendimento digitale ottenuto durante la pandemia da Covid-19, in quanto un terzo delle piattaforme sviluppate a livello nazionale sono state completamente chiuse, sono obsolete o non più completamente funzionanti, limitando gli approcci di apprendimento per aiutare i bambini a recuperare la loro istruzione.
Il rapporto esamina lo stato attuale dell’apprendimento digitale concentrandosi su cinque elementi vitali, tra cui politiche e finanziamenti, piattaforme e contenuti, insegnanti e leadership scolastica, alfabetizzazione digitale e opportunità di apprendimento olistico, con l’obiettivo di trasformare i sistemi formativi.
Secondo il report, metà della popolazione mondiale è ancora offline e oltre il 70% delle piattaforme non offrono funzionalità offline, infatti solo il 49% delle piattaforme nei paesi ad alto reddito e il 18% delle piattaforme nei paesi a basso reddito possono essere utilizzate offline. Inoltre, la maggior parte delle piattaforme, il 67%, non fornisce contenuti coinvolgenti, nonostante l’interattività sia una componente centrale dell’apprendimento incentrato sullo studente e offre solo contenuti statici come video e Pdf di libri di testo.
Dal rapporto emerge anche che solo il 22% delle piattaforme di apprendimento digitale contiene funzioni che le rendono accessibili ai bambini con disabilità e le funzioni sono basilari, come per esempio i sottotitoli per non udenti e ipoudenti per i video. L’85% delle piattaforme era compatibile con i dispositivi mobili, la modalità di apprendimento più comunemente disponibile nei Paesi a basso e medio reddito; la maggior parte delle piattaforme di apprendimento digitale (84%) offriva funzionalità che utilizzavano tutte le lingue nazionali di un Paese.
“Oggi i governi si trovano di fronte a un punto cruciale: continuare con lo status quo, con il rischio di non riuscire a formare un’intera generazione, oppure investire in iniziative efficaci dal punto di vista dei costi, tra cui l’apprendimento digitale, per trasformare i loro sistemi formativi”, ha commentato Robert Jenkins, direttore dell’Unicef per l’Istruzione.
Unicef chiede a policy maker, al settore privato, alle agenzie di ricerca, alle organizzazioni internazionali e locali e alla società civile di dare priorità a un approccio olistico all’istruzione. Questo comprende l’incorporazione dell’apprendimento digitale nelle politiche e nei piani nazionali; incrementare le risorse dedicate all’apprendimento digitale; affrontare i divari digitali e di utilizzo, formare e dare maggiori strumenti a insegnanti, dirigenti scolastici, studenti e chi se ne prende cura; seguire gli studenti nel loro percorso di apprendimento, attraverso contenuti divertenti ed educativi e un mix di tecnologie.
Secondo il rapporto Unicef, se pianificate e facilitate in modo efficace, le opportunità di apprendimento digitale di qualità, inclusive ed eque possono integrare altri approcci di apprendimento e aiutare gli studenti a recuperare ciò che hanno perso durante la pandemia e la crisi di apprendimento preesistente”.
“I risultati mostrano trend promettenti in diversi paesi, come lo sviluppo di piattaforme digitali, rivalutazione delle priorità e partnership innovative. Ma la stagnazione sta mettendo i progressi raggiunti durante gli scorsi pochi anni a rischio di regressione”, afferma l’Unicef.
Vale la pena ricordare che già a settembre 2022 al Transforming Education Summit il 90% delle dichiarazioni d’impegno nazionali avevano evidenziato la necessità di rafforzare l’apprendimento digitale, evitando di replicare semplicemente in forma digitale gli errori commessi nell’istruzione tradizionale in presenza.
Per saperne di più https://www.unicef.org/press-releases/1-3-digital-learning-platforms-developed-during-covid-19-no-longer-functional.
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