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Crepet: “Basta genitori a scuola, dovrebbero entrarci una volta l’anno. La scuola è fallita e la famiglia è morta”

La riforma del voto in condotta scuola voluta dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara approvata lo scorso 18 settembre dal Consiglio dei Ministri è in questi giorni sulla bocca di tutti. Ovviamente non è mancato il commento dello psichiatra Paolo Crepet.

“Eliminare i voti? A questo punto eliminiamo tutto”

Crepet è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio per parlare proprio di questo, come riporta Agenpress. “La scuola non è un posto in cui fai quello che vuoi. Ci sono delle regole. Non vedo perché la scuola debba essere una sorta di terra di nessuno in chiunque fa quello che vuole. Il disagio dei ragazzi? Non è nato con la pandemia. Sono trenta o quarant’anni che abbiamo invertito la rotta contenti di averlo fatto e il risultato è disastroso. Se una scuola che promuove tutti è buona educazione io sono Napoleone Bonaparte. Ci sono migliaia di aziende che devono chiudere perché non possono passare da una generazione all’altra. Non basta neanche questo?”, ha esordito.

Ecco un suggerimento alle istituzioni, sempre provocatorio, dell’esperto: “Da dove ripartire? Per esempio il Ministero potrebbe dire basta ai genitori a scuola. Non si dovrebbe entrare. La scuola è il luogo dei ragazzi e dei loro insegnanti. Punto. Già questa sarebbe una rivoluzione. I genitori dovrebbero poter andare a scuola una volta l’anno. Eliminare i voti? Facciamo una bella cosa, eliminiamo tutto. Eliminiamo anche le materie. Lasciamoli liberi come i bisonti nelle praterie del Nord America. Non mi piego a questo dibattito. Eliminiamo tutto, lasciamo andare a scuola mamma, papà, zia. Così i figli saranno liberi di fare nottata con gli spritz pagati da papà. La formazione crea disequilibri perché c’è uno che studia di meno e uno che studia di più. Se uno non vuole studiare andrà a lavorare. Non capisco questo egualitarismo da dementi. Non devono essere tutti laureati, anche perché poi non c’è nessuno che sa mettere a posto una sedia. Non solo la scuola è fallita, pure la famiglia è morta. Un 4 a scuola è un momento formativo. Così come quando ti lascia la fidanzata o litighi con gli amici”.

“Diffidare delle scuole con il 90% di promossi”

Ecco alcune battute di Crepet ospite, ieri pomeriggio, 20 settembre, dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Treviglio, come riporta Primatreviglio: “Bisogna diffidare delle scuole che hanno il 90% dei promossi, perché mettere sullo stesso piano uno studente che si impegna, che ci mette passione, curiosità con uno che non ha voglia di far nulla? Bisogna difendere la meritocrazia. Ognuno di voi ha diritto alla sua scalata. Se i genitori spianano la strada per evitarvi difficoltà e problemi non vi stanno aiutando. Iniziate voi stessi a dire ‘ce la faccio da solo’. Dovrebbe essere di legge iscriversi a un’università distante dalla cucina di casa di almeno 450 chilometri”, ha concluso.

“Se le scuole non sembrassero uno slam di una qualsiasi metropoli del quarto mondo o se anche solo i docenti fossero pagati abbastanza, probabilmente alla lunga il voto in condotta potrebbe non servire davvero. Perché certi treni sono pieni di graffiti e altri no? Perché quelli pieni di graffiti arrivano sempre in ritardo. Ecco, il non funzionamento di qualcosa genera rabbia. Ma quando una cosa che sta funzionando mi arricchisce ed è un ‘dispensatore’ di gioia, la rispetto. Solo che oggi l’istruzione non gode di questo privilegio”, ha detto Crepet a Il Fatto Quotidiano.

Redazione

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