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Crepet: “Abbiamo ucciso il gioco, ma giocando impari a perdere. Togliere il dolore non rende una generazione forte”

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Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet è intervenuto all’evento Il Tempo delle Donne, organizzato da Il Corriere della Sera, in cui ha parlato per l’ennesima volta di genitori.

“Stiamo distruggendo una generazione”

Ecco cosa ha detto: “Ci vuole una rivoluzione che parta dalle donne, che si rifiutano di fare le babysitter e le cameriere a 18 anni. Dovete dire, voi donne, rovesciamo questo mondo, è troppo confortevole. I genitori? Siano solo istruttori di volo”.

“Stiamo distruggendo una generazione: a otto anni non possono soffiarsi il nasino, a 12 non sanno asciugarsi i capelli da soli. Come si può pensare che questa generazione possa governare il mondo? Questi gesti, questa paura della paura, questa paura della morte, è una delle cose più scriteriate che si possa avere. Togliere il dolore, l’inciampo dalla nostra vita non è rendere una generazione più forte, è la cosa più insensata, più scientificamente scorretta che si possa fare”, ha aggiunto.

L’aneddoto

Ecco un aneddoto: “Io avevo una nonna romagnola, lei non aveva studiato, io ero il peggiore dei nipoti, ero iperattivo, avevo varie patologie in atto ma mi sono salvato perché non c’erano neuropsichiatri infantili in giro: quando facevo casino lei ogni tanto nel dialetto infilava una parola in italiano che era ‘badati’. Sessant’anni dopo capisco la raffinatezza di quella espressione. Abbiamo letto da allora centinaia di rubriche di psicologia, di libri, ci siamo riempiti di buon senso psicologico e abbiamo partorito questo topolino idiota, che non porterà che ansia. Se penso di non poter fare nulla, mi verrà ansia, è normale”.

“Abbiamo ucciso il gioco. Giocando perdi e impari a perdere. Se la prima volta che perdi è a 38 anni perché ti ha lasciato tua moglie è un problemone. Se sei abituato a perdere puoi prendere 4 in italiano, perdere gli amici, diventi più forte, non più debole”, ha concluso.