Intervistato dal quotidiano “La Sicilia” lo psichiatra, sociologo e saggista Paolo Crepet, ha descritto così la didattica a distanza:
“La Dad non può essere altro che uno strumento emergenziale di breve durata. Avevo già detto che la Dad era una vergogna e non l’ho certo detto come offesa personale, ma con argomentazioni da addetto ai lavori, inizialmente la Dad è stata osannata perché per molti sembrava aver risolto la situazione”.
Ancora Crepet sugli ultimi mesi: “Dopo la prima ondata si sarebbe dovuto immediatamente lavorare con una task force del Ministero per permettere a tutti gli studenti di ogni ordine e grado di rientrare in classe in presenza“.
“In Italia il supporto tecnologico – aggiunge lo psichiatra – è ad oggi molto scarso e questo crea differenze sociali fra gli alunni, il digital divide è in atto quindi la Dad non fa raggiungere a tutti gli studenti gli stessi risultati e ciò aumenta quella dispersione scolastica che già poneva il nostro Paese in coda fra quelli europei”.
Una Dad eccessivamente prolungata
Inoltre afferma Crepet: “Le scuole medie inferiori sono fondamentali per la formazione dei giovani studenti, quindi la Dad di questi mesi ha creato un gap formativo e quelli che andranno in seconda media è come se non avessero fatto la prima, dunque pensiamo a quelli che andranno alle medie superiori, faranno una fatica enorme e ovviamente la qualità dell’insegnamento calerà perché i docenti si dovranno adeguare e cosa accadrà all’università?”.
“Dipenderà – conclude il noto saggista – dal tempo della quarantena, perché più si allungherà più i danni cresceranno o dall’età degli studenti in quanto i più piccoli hanno maggiore capacità di resilienza dei grandi”.