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Crepet: “L’Epifania? Consumistica tipo Halloween”

L’Epifania con la sua poetica e i suoi riti, la sua magia legata alla visita dei tre grandi Re magi venuti dall’oriente per adorare il Salvatore del mondo, si starebbe riducendo, secondo lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet, dalla sua simbologia originaria che è quella di porre fine alle festività, a una mera occasione di consumismo e, “in quanto tale, non ha più il valore che aveva in passato – spiega all’AGI – . Non c’è più quell’attesa triste che la caratterizzava per essere, appunto, l’ultimo giorno di festa. Oggi è diventata una cosa consumistica tipo Halloween”.

“Basta andare a piazza Navona a Roma per inorridire”, spiega ancora Crepet. “Quel luogo simboleggia esattamente la fine del rito dell’Epifania. È un orrore totale, manca la bancarella con l’intimo e poi c’è tutto”. 

Ad essere cambiata è proprio la percezione generale di questa festa. “La calza da riempire la mettono una famiglia su dieci, i bambini vogliono i telefonini e certo non il carbone. Anzi, gran parte di loro non sanno nemmeno che cosa sia”.

“La mia non è malinconia dei bei tempi andati, è solo l’attestazione che quel mondo non c’è più. Non voglio dire che è ridotto tutto a business però siamo lì, è più business che consapevolezza”.

“Tutti, il 6 gennaio, erano consapevoli che si trattava dell’ultimo giorno oltre il quale sarebbe ricominciata la vita normale. Nel rito cattolico, dopo le gioie natalizie, inizia l’attesa di Pasqua, un periodo di moderazione e di rottura con i fasti precedenti. Non mi si dica che nella festa della Befana c’è ancora qualcosa che abbia a che fare con i Re Magi, sfido qualsiasi scuola elementare a dirmi che cos’è la mirra”.

“Un tempo si faceva il presepe, che aveva un suo luogo fisso dentro le case dall’8 dicembre al 6 gennaio. Oggi il presepe è stato soppiantato dall’albero, una tradizione dei paesi nordici. Ho citato Halloween non a caso, sono entrambe sovrapposizioni che vengono da altri mondi, non c’è niente di male ma è la realtà.

Il presepe, invece, era qualcosa di veramente nostro perché proveniente da una consuetudine cattolica, con influenze arabe. Si prendeva un tavolo e lo si allestiva con il muschio, il cielo stellato e tutte le altre sue caratteristiche. Era, appunto, un rito. Che aveva una sua finalizzazione: l’Epifania in cui arrivavano finalmente i Re Magi”.

“Adesso è sempre tutta una festa costante, senza soluzione di continuità, è tutto un filotto di prenotazioni sulla neve. La Befana piace anche agli adulti perché è come il ponte del 25 aprile. Gli adulti si appassionano allo skipass dell’Epifania”. 

Pasquale Almirante

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