Docenti aggrediti da studenti, docenti aggrediti da genitori, docenti in balia delle frustrazioni delle famiglie: che fine ha fatto il patto educativo?
Le testimonianze di aggressioni verso i docenti sono tantissime e tutte hanno lo stesso comune denominatore: la difesa dei figli, troppo fragili (secondo il loro punto di vista) per sopravvivere alle regole della scuola. A lanciare l’allarme sono stati anche diversi esperti le cui dichiarazioni in questi mesi hanno fatto da eco per la classe docente.
A intervenire con i suoi commenti sempre molto schietti è lo psichiatra Paolo Crepet: “Quello che mi chiedo è: mandare avanti un figlio in questa maniera significa amarlo? Perché farlo andare avanti a forza finché, a 35 anni, il nodo verrà al pettine? Dovremmo insegnare ai ragazzi a cavarsela, dando loro gli strumenti per essere indipendenti e autonomi. E invece abbiamo tolto loro tutto e lo facciamo fin dall’asilo: niente pennarelli perché sporcano, niente colla perché è pericolosa. Evitare ogni rischio è il mantra. Ma il messaggio che passa al bambino è che è un idiota che non può fare nulla. Ma senza cadere è impossibile rialzarsi”.
“Ci sono scuole che propongono di togliere i voti perché sarebbe un trauma per gli studenti. Se uno studente vive come trauma un voto negativo bisogna essere davvero preoccupati”, ha aggiunto, parlando del tema delle scuole senza voti.
A parlare di crisi del sistema educativo è stato anche lo psicoanalista Massimo Recalcati, intervenuto nella trasmissione radiofonica di RaiRadio 1, Il mondo nuovo.
Recalcati ha affermato: “Con l’esistenza del patto educativo, i genitori si schieravano dalla parte degli insegnanti, condividendo lo stesso obiettivo, l’educazione e la formazione dei figli. Oggi questa alleanza si è fratturata, i genitori sono alleati con i figli e l’isolamento degli insegnanti comporta che qualunque loro azione educativa rivolta agli allievi viene vissuta dalla famiglia come un abuso di potere, come un’ingerenza, come un esercizio autoritario del potere. Nel nostro tempo i genitori tendono a fare i sindacalisti dei figli, in un certo senso”.
A far una disamina si aggiunge anche Claudio Cerasa, direttore del Foglio che analizza cosa sta accadendo, “i veri somari sono gli studenti o i loro genitori?”
Secondo Cerasa, si assiste a una quotidiana minaccia contro uno degli organi rappresentativi più importanti d’Italia: i nostri insegnanti. E lo si fa mettendosi sullo stesso piano, “Io, genitore, non valgo meno di un insegnante. Io, genitore, conosco mio figlio meglio di qualsiasi docente. Io, genitore, pretendo di essere protagonista della didattica della scuola”.
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