Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet ha rilasciato un’intervista a Il Libraio in cui ha parlato di vari temi a lui cari, tra cui quello che lui chiama “il fallimento della scuola”, l’educazione dei genitori, il mondo degli influencer, il lavoro, i giovani.
Ecco alcune battute sulla questione dei genitori che accompagnano i figli all’orale di maturità e festeggiano con loro: “Ci sono stati tantissimi genitori che sono andati all’esame di maturità dei figli per festeggiarli con mazzi di fiori e spumante? È evidente che si tratta di un comportamento privo di qualsiasi senno, significa voler male ai propri figli. Se uno spiana loro la strada, li esalta per ogni cosa, cerca di togliere ai ragazzi ogni difficoltà, rendendo loro la vita il più possibile lieve e comoda, è chiaro che i futuri adulti non avranno più la forza e la determinazione per reagire davanti a una difficoltà anche minima. Sembro il solo a dire queste cose”.
“C’è chi mi ha detto: ‘Ma poverini questi ragazzi, era solo per festeggiare’. Alcuni miei colleghi hanno tirato fuori la storia della gratificazione. Ma quale premio? Davvero oggi la maturità è un traguardo da festeggiare, se la scuola ormai promuove tutti e non boccia nessuno? Una sera, al termine della presentazione del libro, si avvicina un istruttore di nuoto per raccontarmi che i genitori dei suoi allievi si erano rivoltati contro di lui: ‘E no, caro, non si fa così… non si azzardi più a dire ai nostri figli di ‘fare il morto’ perché li traumatizza… ha capito?’ Noi occidentali ci stiamo giocando tutto. Non credo che in Cina o in India vadano alla maturità con le orchidee”, ha aggiunto.
Ed ecco alcune riflessioni sul mondo degli influencer: “Penso ai tanti libri firmati da influencer, pubblicati perché hanno migliaia di follower… allora rassegniamoci, non ci saranno più Borges e Calvino. Come fa un inventore di cose surreali e straordinarie a venir fuori da algoritmi che premiano la ripetitività? Noi gli abbiamo detto di fare solo cose facili. Che ci vuole? Spesso il curriculum di un influencer o di un creator è ben poca cosa, e questo è drammatico. Il metro di misura del futuro è di sei mesi, al massimo un anno. Stiamo insegnando ai ragazzi che la Repubblica è fondata non sul lavoro e sui sacrifici, ma sull’eredità: ‘Non fare nulla, resta sul divano tranquillo che poi erediti’”.
Questa la soluzione per cambiare le cose secondo Crepet: “Forse cambiando etica e rifiutandosi di dare tutto ai figli, perché i nostri ragazzi devono mordere il cielo, andare a prendersi il mondo e nel farlo devono sbagliare, cadere, rialzarsi e cadere di nuovo. Tutte le avanguardie, in politica, nella filosofia, nell’arte, hanno avuto come protagonisti persone anticonformiste e impavide che hanno avuto il coraggio di ribellarsi e intraprendere strade nuove, diverse. C’è gente che ha avuto la possibilità di cambiare la visione del mondo e l’ha fatto e questo alla fine è stato riconosciuto e premiato”.
“Ai miei tempi la noia produceva qualcosa di strepitoso, perché ti faceva osare, disubbidire, cambiare. La noia dei ragazzi di oggi li induce a fare sempre le stesse cose e, spesso, a finire male: alcol, droga, gioco d’azzardo. Tutte le sere incontro insegnanti che mi fanno resoconti terrificanti per ribellarsi a questo orrendo new deal che non è né deal né new. Stiamo tornando all’Ottocento, a Parini, perché se la scuola è per gran parte un’istituzione mediocre è ovvio che ci sono alcuni illuminati e ricchi che manderanno i propri rampolli nelle scuole migliori e daranno loro una formazione d’alto livello. L’istruzione sta diventando una questione classista, non in senso economico, ma intellettuale. Quale ministro dell’Economia pensa che la scuola possa contribuire al Pil? Eppure è così”, ha concluso, parlando di scuola.
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