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Educazione affettiva a scuola, Valditara parla di Crepet a capo del progetto ma lui replica: “Non lo sapevo, sono contrario”

Ieri abbiamo dato notizia dell’intenzione del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara di nominare lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet a capo di un progetto per portare l’educazione all’affettività nelle scuole, previsto anche dalla Fondazione Giulia Cecchettin.

Il Corriere della Sera ha riportato queste parole del ministro: “L’educazione civica, e al suo interno l’educazione al rispetto verso le donne, deve caratterizzare l’intera attività didattica di tutti i docenti, non limitarsi alle 33 ore all’anno obbligatorie per legge. È uno degli obiettivi principali messo in evidenza nelle linee guida inviate a tutti gli istituti e da realizzare coinvolgendo i giovani, anche attraverso laboratori. A coordinare l’iniziativa sarà il professor Paolo Crepet, che lavorerà insieme ad esperti come i magistrati delle Procure minorili”.

Solo informali chiacchierate tra i due

Nella serata di ieri, 12 novembre, è arrivata però la smentita di Crepet. “Sono onorato che il ministro dell’Istruzione e del Merito abbia fatto il mio nome, ma non so di nessuna commissione in merito all’educazione all’affettività, non ho ricevuto alcun incarico e le dirò di più: da sempre sono contrario a questa ora proposta in maniera extracurricolare”, ha detto a Il Fatto Quotidiano.

La proposta sarebbe frutto solo di qualche “informale chiacchierata” tra il sociologo e il ministro, ma nulla di più: “Mi hanno invitato a cena ma non so dov’è la casa”, scherza lo scrittore che in merito alla vicenda dice che “neanche avrebbe il tempo da dedicare ad un simile impegno”.

“Parlo spesso con Valditara, ma avevamo accennato alla necessità di un gruppo di lavoro sul disagio giovanile. Per me la questione dell’ora dell’affettività resta un’idea errata: chi è il professore che può essere deputato a farla? E poi, alle medie, alle superiori? Quando si parla di effettuare laboratori al pomeriggio allora stiamo dicendo che la scuola al mattino non è sentimentale, non educa all’affettività?”, ha aggiunto.

A La Repubblica Crepet ha detto: “Non ho nessun incarico da coordinatore. Con il ministro avevamo avuto dei colloqui informali. Valditara mi aveva chiesto cosa pensavo bisognasse fare contro la violenza e il bullismo e gli avevo suggerito di istituire una commissione, perché senz’altro su questo c’è da lavorare. Se mai verrà creato questo pool potrò darò il mio contributo, probabilmente non da presidente visti i miei molteplici impegni”.

Valditara rilancia

Ecco cosa ha replicato il capo del dicastero di Viale Trastevere: “Ho chiesto al Prof. Paolo Crepet di coordinare un tavolo sul bullismo. Il Prof. Crepet ha manifestato il suo vivo interesse. Entro giovedì sarà pronta una bozza di proposta di incarico. È mia ferma intenzione avviare ogni iniziativa utile che contribuisca a stroncare questo fenomeno in drammatico aumento. Questi i fatti, le polemiche non mi interessano, le lascio a chi non ha a cuore la soluzione dei problemi”.

“Se il tema non fosse tremendamente serio ci sarebbe davvero da ridere. Il ministro dell’istruzione un anno fa, dopo l’ennesimo tragico femminicidio, annuncia un progetto sull’educazione alle relazioni che di fatto pare non sia mai stato avviato. Colto in fallo, a un anno di distanza non trova di meglio che annunciare l’ennesimo tavolo sul tema, dichiarando in pompa magna che a coordinarlo sarebbe stato Paolo Crepet. Peccato che quest’ultimo, secondo quanto riferito da fonti di stampa, smentisca qualsiasi incarico e parli solo di chiacchierate informali. Ci sarà un question time alla Camera proprio sull’educazione all’affettività nelle scuole e Giuseppe Valditara sarà assente, perché il governo manderà Ciriani. Insomma l’ennesima figuraccia del peggior ministro dell’istruzione degli ultimi vent’anni. Ormai non si sa più se siamo alla tragedia o alla farsa, ma con questo governo e con questo ministro spesso queste categorie coincidono”, così i deputati M5S in commissione cultura Antonio Caso, Anna Laura Orrico e Gaetano Amato.

Redazione

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