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Cresce il contenzioso sulla scuola

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Secondo il presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno, nel corso della relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario della giustizia amministrativa, è in atto una «crisi della politica» che «non riesce a compiere in modo autorevole e significativo quel bilanciamento dei valori che costituisce la missione sua propria».

La crisi della politica

Si tratta, per Pajno, «di prendere coscienza del fatto che è entrato in crisi il processo di decisione pubblica» e questo problema «si trasferisce dalla politica al diritto e alla legge», provocando «gravi conseguenze».

Contenzioso sulla scuola

In altri termini, si legge sul Sole 24 Ore che riporta brani della relazione, se cresce il contenzioso sulle grandi opere, cresce pure quello sulla scuola.

In modo particolare, l’Aumento del contenzioso riguarda soprattutto il precariato della scuola legato al «disagio sociale» e alle «incertezze sul lavoro».

La politica dunque non riesce a dare risposte credibili, a fare cioè leggi senza contorcimenti da contorsionisti un po’ suonati al fine di tappare buchi che però a loro volta contorcono altre falle, costringendo così ad affidare le risoluzioni definitive alla giustizia amministrativa.

Una supplenza burocratica  non gradita certamente, ma che molto spesso serve per alleggerire le tasche di chi si vede danneggiato, ma appesantendo quelle dei legali, pronti sul ring e con la carta bollata sempre pronta.

Aumentata pure la diffidenza sulla scuola

Tuttavia, fa notare il Consiglio di Stato, è pure aumentata la diffidenza nei confronti della scuola, visibile nella «Difficoltà di accettare la decisione dell’autorità» che «trova ulteriore espressione, ad esempio, nei ricorsi con cui talvolta i genitori contestano la bocciatura dei propri figli a scuola».