Cresce l’interesse per i campus invernali: a Milano raddoppia il numero di iscritti
Stentano a decollare. Al Sud sono pressoché inesistenti. Ma in alcune realtà del Centro-Nord gli incrementi meritano attenzione. Si tratta delle attività alternative alla scuola, gestite dai comuni, organizzate in occasione delle sospensioni delle attività didattiche. Quelle natalizie e pasquali sono sicuramente meno gettonate, anche perché i giorni di frequenza sono pochi e spesso anche i genitori sono in ferie. Ma non per tutti, in particolare per le famiglie in difficoltà (spesso straniere), che non hanno la possibilità di fruire di giorni di riposo lavorativo.
I dati che giungono da alcune città fanno pensare, comunque, che tra qualche anno non si parlerà più di casi sporadici. Il comune di Milano, ad esempio, quest’anno ha coinvolto 634 alunni delle scuole primarie: oltre il doppio dello scorso anno.
Per quanto riguarda la partecipazione fa da capofila la Zona 3 con 172 iscrizioni. A seguire la Zona 6 con 133, la Zona 5 con 130 bambini e poi tutte le altre. Parole di elogio per il seguito riscontrato dai campus attivi nell’anno in corso sono arrivate dal vicesindaco di Milano, Maria Grazia Guida, che il 3 gennaio ha visitato due campus: uno in via Saponaro e l’altro in via Stoppani: “si tratta evidentemente di una formula che funziona e – ha sottolineato il vicesindaco – grazie alla collaborazione delle associazioni e dei centri che ospitano i bambini, stiamo studiando un`offerta ancora migliore per il prossimo anno. I campus invernali del Comune sono anche una risposta alle esigenze delle famiglie, soprattutto in questo momento di crisi e la presenza di molti bambini figli di immigrati è il segno di come anche queste iniziative favoriscano la coesione sociale e contribuiscano a costruire una Milano globale dove tutti sono cittadini”.