La crescita esponenziale delle diagnosi di DSA nelle scuole italiane deve condurre ad una seria e approfondita riflessione, Vero è che a tutti gli alunni deve essere garantito il diritto all’istruzione perchè sancito dalla Costituzione e quindi nel contempo l’integrazione degli alunni con DAS.
Tuttavia se ne è fatto un uso scriteriato, o meglio col passare del tempo, di un abuso che di fatto ha comportato un aumento delle diagnosi di accertamento della disabilità. Sulle varie forme di disabilità necessitano oggi docenti specializzati e competenti capaci di stilare diagnosi approfondite per predisporre un Piano Didattico Personalizzato in grado di favorire sia il processo di integrazione che quello di garantire il successo formativo degli alunni.
È, altresì, anche vero che in Italia spesso le diagnosi si fanno, a volte, in maniera non sempre omogenea per cui sull’intero territorio nazionali si riscontrano elementi di discrepanza del fenomeno a livello regionale. Certamente tanti casi di DSA in una istituzione scolastica possono far accendere la “lampadina” che le cose non vanno per il verso giusto e che ci sono falle nel sistema.
Quando si parla di forme di disabilità bisogna soprattutto rispettare la dignità della persona umana, perchè alterazioni non devono ledere il sacrosanto diritto, da parte dell’alunno DSA di non poter usufruire di un ausilio, cioè di un insegnante di sostegno, rispetto a chi problemi di DSA ne presenta in maniera quasi percettibile da vedersi riconosciuto lo stesso il diritto ad avere un insegnante di sostegno. Si auspicano una maggiori controlli. In quest’ottica si garantisce il diritto ad usufruire di un aiuto per permettere all’alunno il raggiungimento del successo formativo.
Mario Bocola