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Crisanti avverte: “Con oltre 37° di febbre non bisogna andare a scuola”

Prosegue il dibattito sulla misurazione della temperatura degli alunni: è meglio farla a casa o a scuola? Il virologo Andrea Crisanti, si concentra piuttosto sulla soglia minima: non 37,5 ° come indicato dal Comitato Tecnico Scientifico, ma 37 ° dovrebbe essere la temperatura di sbarramento per restare a casa.

Il virologo, professore di microbiologia all’Università di Padova, ospite della trasmissione “L’Aria che tira” su La7, dice: “Mai come in questo momento abbiamo bisogno di coesione. Dobbiamo tutti fare uno sforzo perché questa riapertura della scuola sia un successo“.

Ecco perchè secondo Crisanti A costo di tenere più gente a casa, con la febbre oltre 37 non si dovrebbe andare a scuola“. Ribadendo che la temperatura bisogna misurarla davanti scuola con un unico termometro: “E’ il metodo più sicuro“.

Servono due settimane per capire come procede la riapertura delle scuole

L’esperto ammettendo che il rientro a scuola è stato positivo nella prima settimana, dice che comunque bisogna attendere due settimane per capire come stanno andando le cose.

Sul tampone rapido, ipotesi paventata anche per la scuola, Crisanti dice: “Se viene usato a scuola e ripetuto dopo due-tre giorni ha senso. Altrimenti non ha molto senso“.

E Burioni misura la febbre ogni mattina alla figli

A proposito di misurazione della temperatura, un altro scienziato, Roberto Burioni, virologo dell’Università San Raffaele di Milano, ha raccontato su Twitter: “Non sono una mamma, ma tutte le mattine prima di uscire, con il termometro auricolare, misuro la temperatura di mia figlia prima di mandarla a scuola. Non basta la mano, non bastano le labbra, tanto meno lo sguardo. Ci vuole il termometro. Con la salute non si scherza“. 

Braccio di ferro Piemonte-Ministero

Nel frattempo tiene banco lo scontro Ministero-Regione Piemonte: come abbiamo scritto in precedenza, il primo round è andato al Governatore Cirio, che pochi giorni prima della riapertura scuole ha firmato un’ordinanza che prevede la misurazione della temperatura a cura delle scuole, di fatto una soluzione contraria a quanto stabilito dal Comitato Tecnico Scientifico e adottata dal Ministero dell’Istruzione.

Secondo il Tar Piemonte, che ha rigettato la richiesta di sospensiva del Ministero, il provvedimento regionale integra e non sovverte il contenuto della disciplina statale in quanto i d.P.C.M. non prevedono alcuna forma di controllo dell’effettivo avvenuto adempimento, da parte delle famiglie, dell’obbligo di misurare la temperatura corporea, non prescrive la verifica della misurazione della temperatura prima dell’ingresso a scuola, bensì prima dell’inizio dell’attività didattica e ciò per lasciare ai dirigenti scolastici la scelta organizzativa più appropriata al fine di evitare potenziali assembramenti.

Fabrizio De Angelis

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