Il virologo Andrea Crisanti, riferendosi alla tesi della ministra Azzolina secondo la quale “la scuola è un formidabile strumento di tracciamento”, ha dichiarato all’Agi: “Non capisco come faccia a sostenere una cosa simile. La scuola è uno spazio, una comunità, una rete sociale in cui convergono numerose famiglie e relazioni e in cui si concentrano potenziali contagi. Se si testa tutta un’intera classe non si traccia nulla, quello che si ottiene è un’informazione sul livello di trasmissione in quella comunita'”. Non solo. La ministra ha parlato di test rapidi, ma questi danno spesso falsi negativi”.
E aggiunge pure: “La maggior parte dei bambini sono prevalentemente asintomatici. Quindi non vengono identificati. Come si può dire allora che la scuola è un ‘formidabile strumento di tracciamento’ sulla base di test non del tutto affidabili, che vanno eseguiti su una popolazione sintomatica e, invece, caratteristica di quella scolastica è che contrae il virus in modo asintomatico?”
Inoltre, sostiene sempre Crisanti, “la secondaria non andava riaperta con quelle condizioni. Nessuno sapeva se le misure adottate avrebbero funzionato. E’ stata fatta una scommessa con ingenti investimenti”. Avrebbero dovuto “implementare le misure che ritenevano poter funzionare e provarle in un distretto scolastico. O magari più distretti. Aprire ad esempio solo gli asili e le scuole elementari in una provincia, solo le medie e le superiori in un’altra e aprire le scuole di tutti i gradi in un’altra ancora. Poi, dopo un mese studiare i dati e decidere di conseguenza. Tutto il resto sono chiacchiere”.
“Con il sistema di tracciamento che è saltato del tutto, oggi si può fare poco. Si può però investire per evitare una terza ondata l’anno prossimo”.
“Una chiusura totale permetterebbe di abbassare di molto i casi, ma è inutile farla se poi riapriamo a Natale sotto la spinta di tutti. Sarebbe la strada maestra per una terza ondata”.