Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia all’Università di Padova, intervistato dal Messaggero, al di là della imminente apertura delle scuole, è sicuro che “i contagi continueranno a crescere, sta già accadendo ed il trend è questo”, ma che “nei primi giorni di ottobre, con le scuole già operative, bisognerà valutare la portata dei contagi, per capire se l’aumento sarà allarmante o rientra nel cosiddetto rischio accettabile”.
Tutto dipenderebbe dunque dal livello di allarme e anche in quel caso, con tute le misure di sicurezza, “il rischio c’è, è inevitabile: andranno osservati i numeri anche per le elezioni, per capire se le misure di sicurezza avranno avuto effetto”.
Ma poi aggiunge pure, “rispetto a prima”, quando il virus veniva localizzato nelle Regioni, “Oggi il virus ha la possibilità di trasmettersi sull’intero territorio nazionale, lo sapevamo dall’inizio che sarebbe accaduto. I numeri più alti dei contagi infatti si registrano nelle regioni più densamente popolate: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna ma anche Lazio e Campania. I contagi si muovono così.
Secondo me i numeri sono ancora bassi rispetto a quelli delle regioni più colpite tra febbraio e marzo. Intendiamoci: non erano 1500 al giorno, come credevamo inizialmente, ma erano probabilmente anche qualche decina di migliaia. I dati di oggi comprendono tanti asintomatici o sintomatici lievi che nella prima fase non venivano contati”.
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