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Crisi di Governo, a piangere sono i precari della scuola. Flc Cgil: “Urgente la stabilizzazione”

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La crisi di Governo è ufficiale: dopo il dibattito al Senato del 20 agosto, il premier Conte ha annunciato le dimissioni mettendo quindi la parola fine al Governo giallo-verde.

In questo marasma venutosi a creare in questo bollente agosto, a farne le spese è la scuola, ad esempio, con le misure dedicate al reclutamento ed alla stabilizzazione del precariato che probabilmente verrebbero gettate nel dimenticatoio, almeno per un po’ di tempo.

Sinopoli (Flc Cgil): “Non sia la scuola a pagare la crisi di Governo”

A schierarsi in favore dei precari è il sindacato Flc Cgil, che in un comunicato chiede di non dimenticare la stabilizzazione del personale scolastico: “Sbagliato far pagare ai precari e alla scuola la crisi del governo. La caduta del governo Conte rischia di travolgere definitivamente il decreto per la stabilizzazione dei precari della scuola approvato il 6 agosto scorso, ma questo è inaccettabile“, dichiara Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL.

Ad attendere quel provvedimento, incalza Sinopoli, ci sono migliaia di lavoratrici e lavoratori, tutti precari, che in questi anni hanno mandato avanti le nostre scuole. Fin da dicembre avevamo sollecitato il governo sull’urgenza delle misure di stabilizzazione, che poi sono state recepite nell’Intesa firmata tra governo e sindacati l’11 giugno. Misure urgenti, continua il segretario generale, non solo per il futuro di circa 60.000 precari, ma anche per la qualità della scuola del Paese che alla stabilità del lavoro è legata a doppio filo“.

Facciamo appello a tutte le forze politiche affinché il lavoro unitario dei sindacati rappresentativi della scuola non venga disperso e la scuola non paghi per l’ennesima volta l’incuria della politica. Un nuovo anno scolastico sta per aprirsi ancora all’insegna delle cattedre scoperte, una situazione intollerabile. Il prossimo esecutivo dimostri responsabilità, conclude Sinopoli, approvi questo provvedimento e riporti sul nostro sistema di istruzione la giusta attenzione e i necessari investimenti.

Ma il decreto salvaprecari rischia davvero l’oblio

Come abbiamo già riportato in precedenza, il decreto scuola era stato approvato dal Consiglio dei Ministri con la formula “salvo intese”, cioè con la clausola che il provvedimento venisse successivamente sottoscritto da tutti i Ministri.
La spaccatura Lega-M5S si era mostrata anche da questo punto di vista, con i pentastellati che, consideravano le misure contenute nel decreto come l’ennesima sanatoria che avrebbe peggiorato la qualità del sistema scolastico.

Verso la paralisi del reclutamento?

Visto lo scenario attuale, seppur incerto, è del tutto evidente a questo punto non potrà esserci nessuna intesa fra Lega e M5S, con il risultato che il decreto non sarà neppure pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.

Il risultato è che per il momento non ci saranno PAS e concorso riservato ai precari con tre anni di servizio. Ma non solo: il blocco, come abbiamo già scritto in un precedente articolo, causerebbe l’intera paralisi del reclutamento: niente concorso ordinario scuola secondaria e niente concorso straordinario bis per infanzia e primaria, senza contare che la procedura ordinaria sempre per infanzia e primaria, già autorizzata dal MEF, è rimasta senza pubblicazione del bando in Gazzetta Ufficiale proprio per il legame più o meno visibile con il concorso riservato bis voluto dal senatore Pittoni.

Quest’ultimo, è convinto cheIl futuro del decreto Salvaprecari della scuola non è legato alla crisi di Governo. Se c’è la volontà politica e quindi il placet dei ministeri interessati, il documento entra in Gazzetta ufficiale e da quel momento può essere comunque portato in discussione nelle aule parlamentari”.

La domanda è: sicuri che ci sia la volontà politica?