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Crisi di Governo, a rischio le impronte digitali per la presenza a scuola ma pure gli aumenti di stipendio

La crisi di Governo potrebbe rendere inattuabile la neonata legge sul controllo biometrico, il riconoscimento delle impronte e la verifica dell’iride, per la rilevazione delle presenze nei pubblici uffici: una norma che nella scuola riguarderebbe i dirigenti scolastici ed il personale Ata, ma non i docenti perché già “rintracciabili” sul posto di lavoro tramite il registro elettronico. A rischio sarebbero anche gli aumenti di contratto.

Manca il decreto attuativo

Sul primo punto, dopo l’approdo in Gazzetta Ufficiale, dove è contenuto il principio generale della norma sostenuta dalla ministra leghista Giulia Bongiorno, il 7 luglio il testo del provvedimento, approvato con la Legge ‘Concretezza’, è entrato formalmente in vigore: tuttavia, per essere adottato necessita ancora obbligatoriamente di uno specifico decreto di attuazione.

Un decreto che se non andrà in porto, renderà di fatto non applicabile la norma madre, visto che il legislatore si è limitato ad introdurre i principi generali.

A rischiare di non vedere la luce, in particolare, è il decreto attuativo relativo al ‘Nucleo per la Concretezza’, indispensabile per la formazione di commissioni create ad hoc che avrebbero supervisionato al sistema, le quali si sarebbe dovute realizzare entro il mese di settembre.

Nella scuola solo 80 casi l’anno su oltre un milione di dipendenti

La mancata applicazione della norma verrebbe accolta da molti addetti ai lavori con soddisfazione. Anche perchè sull’assenteismo a scuola, ricordiamo, i casi accertati risultano davvero rari, nemmeno quantificabili per la loro irrisorietà rispetto a coloro che risultano ogni giorno regolarmente e in orario sul posto di lavoro, garantendo il servizio pubblico rivolto ad alunni e studenti.

Avevamo calcolato che l’operazione avrebbe permesso di scovare lo 0,001% di furbetti, visto che nella scuola si riscontrano appena 80 casi l’anno su oltre un milione e 200 mila dipendenti. Quindi un caso ogni 10 mila – 15 mila lavoratori onesti.

Ha quasi dell’incredibile, inoltre, l’obbligo imposto ai dirigenti scolastici, che si ritroverebbero, a legge adottata, ad essere più controllati dei docenti, i quali sono in qualche modo a loro volta controllati proprio dai presidi.

Costi elevati

Coma abbiamo già avuto modo di scrivere, se si considera che i punti di erogazione del servizio scolastico sono oggi più di 40mila (bisogna calcolare infatti non solo le 8mila “presidenze” ma anche tutti i plessi scolastici dipendenti) è del tutto evidente che il costo dell’operazione non sarà affatto irrilevante ma inciderà in modo significativo sui bilanci scolastici.

Ammesso che un macchinario per rilevare i dati biometrici costi solo 2.500 euro, serviranno comunque già 100 milioni di euro, come ha avuto modo di dire alla Tecnica della Scuola il leader dell’Anp Antonello Giannelli.

Secondo La Tecnica della Scuola, i costi potrebbero essere ancora più alti, sino a sfiorare il mezzo milione di euro.

Le altre norme che potrebbero saltare

In base a quanto riferisce l’Ansa, la “stratta” nella PA, battezzata Concretezza, necessita di decreti attuativi per mettere su delle commissioni esaminatrici in tempi stretti, così da rendere più veloci i concorsi. Si prevede anche un pool di 53 teste, denominato Nucleo della Concretezza, per sferzare le amministrazioni ‘pigre’. Ma la task force a poco servirebbe senza il decreto che detta i criteri per i Piani della concretezza, ovvero le regole di vita per una P.a sana che il Nucleo dovrebbe far valere. Non solo. Bongiorno ha firmato una legge delega per il miglioramento della P.a che mira a riformare la dirigenza. Un progetto ambizioso. Tentato anche dal precedente governo, che però dovette fermarsi davanti al negativo verdetto della Corte costituzionale.

Il testo è ora all’esame della commissione Lavoro del Senato, che, così si era rimasti, a settembre o ad ottobre lo avrebbe votato, dicendo la sua sulla presenza anche quotidiana dei capi in ufficio e il restyling della valutazione con l’ingresso di terzi, ad esempio agenzie esterne. Essendo una legge delega il tutto è rimesso a successivi decreti da emanare entro un anno e mezzo dal varo del testo ‘madre’.

Rinnovo contratto in alto mare

Il ministero negli ultimi mesi ha lavorato anche su altri fronti, c’è ad esempio l’idea di istituire insieme con il Miur una facoltà universitaria per dipendenti e funzionari pubblici, creando un canale diretto tra laurea e concorsi. C’è poi una questione che non abbandona mai chi occupa palazzo Vidoni, sede della Funzione pubblica.

A ogni legge di Bilancio c’è da prevedere un gruzzolo per i rinnovi dei contratti. La prossima manovra dovrebbe contemplare la seconda tranche dello stanziamento per il triennio 2019-2020. E la prima tranche non basterebbe di certo.

Molto avanzato, praticamente in dirittura d’arrivo, è invece il regolamento per l’anticipo del Tfs-Tfr degli statali. Chi nella P.a va adesso in pensione e chi è già andato senza intascare nulla può tramite un prestito bancario detassato chiedere fino a 45 mila euro subito, da prendere entro 75 giorni dalla richiesta.

Alessandro Giuliani

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