Il nuovo governo è un rebus. Dopo quarantott’ore di consultazioni, il Capo dello Stato non ha ancora trovato la quadra. L’incarico per gestire la complessa situazione è ancora in alto mare. L’ago della bilancia continua ad essere Matteo Renzi. Il quale he fatto intendere, anche a Sergio Mattarella, che per rientrare in qualsiasi esecutivo servono determinate condizioni.
Tra queste, secondo Italia Viva, vi sarebbe un nuovo presidente del Consiglio. E il rinnovamento radicale di alcune politiche – ad iniziare da Tav, Mes, Ponte di Messina e Infrastrutture – oltre che di alcuni ministeri, tra cui probabilmente quello dell’Istruzione.
Nel caso, il dicastero di Viale Trastevere andasse proprio ad Italia Viva, i renziani avrebbero già la donna pronta: Maria Elena Boschi.
Mentre il Partito democratico (poco gettonato tra docenti e Ata per avere approvato la ‘Buona Scuola’ nel 2015) dovrebbe solo far fare un passo avanti ad Anna Ascani, che da un anno “si allena” da sottosegretaria.
Di fatto, quindi, non vi sarebbe alcuna novità rispetto alla spaccatura che ha portato alla caduta del governo.
Ecco, quindi, farsi largo l’ipotesi del mandato esplorativo affidato il presidente della Camera Roberto Fico oppure a quello del Senato Maria Casellati.
Decisivo, in un senso o nell’altro, sarà l’incontro che il presidente della Repubblica farà con la delegazione del M5S: tutto dipenderà, infatti, da quanto margine daranno i grillini alle richieste (sino ad oggi ritenute esose) dell’ex premier Matteo Renzi.
Se anche quello dovesse fallire, salirebbero le quotazioni del governo di scopo: si allestirebbe, in pratica, una coalizione trasversale che avrebbe l’incarico di portare il Paese al semestre bianco portando “a casa” il Recovery plan, i problemi di bilancio pubblico aggravati dal Covid, gestendo anche la fase finale (si spera) della pandemia e la “grana” dei vaccini in ritardo.
In tal caso, Giovanni Toti, leader di Cambiamo, chiede che in caso di “governo di salvezza nazionale” ci si affidi a Mario Draghi.
Se anche il governo di scopo dovesse non andare in porto, allora monterebbe l’ipotesi delle urne. Quello che chiedono fin d’ora la Lega e Fratelli d’Italia. Ma non Forza Italia: tanto che Antonio Tajani auspica un ‘governo dei migliori’.
Intanto, secondo Emma Bonino, senatrice di +Europa, quella che stiamo vivendo è una delle crisi di governo peggiori e più confuse Al Capo dello Stato il suo gruppo dirà che non è pensabile che Conte “sia inamovibile. E non è pensabile dire ‘o lui o morte’. Come se i partiti della maggioranza non avessero personale politico più efficace da proporre”, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera.
L’ex radicale non è ottimista: “Se guardiamo a temi come la riforma della giustizia, mi pare che Bonafede non sia stato proprio all’altezza, con la sua cultura ‘manettara'”. E poi “sono preoccupatissima che non riusciremo a spendere bene la montagna di soldi del Recovery fund”.
Per Bonino, “con un altro premier sarebbe più facile organizzare una maggioranza stabile”. A quel punto, la maggioranza dovrebbe rivolgersi a Renzi (sempre lui!), per “intervenire sulla scuola, sui trasporti, sul Next Generation, che rischia di essere respinto con ignominia”.
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