Vediamo alcune di queste azioni che già da domani si materializzeranno in presidi e sit-in.
Cominciamo con il dire che l’Usb ha indetto a Roma per lunedì 30 settembre, sotto al Ministero dell’Istruzione, il presidio degli ex Lsu della scuola che si terrà in concomitanza con il tavolo politico al Miur
Questi lavoratori, provenienti dai lavori socialmente utili, sono attualmente in servizio in circa 4.000 istituti superiori, scuole materne ed elementari, concentrati principalmente nel centro-sud. Già negli anni passati hanno subìto tagli orari e periodi di cassa in deroga.
Gli ulteriori tagli penalizzeranno il servizio e soprattutto i lavoratori, con forti riduzione orarie, portando il loro salario abbondantemente sotto la soglia di povertà, e con possibili licenziamenti.
Per finire si riporta l’esempio dei Cobas che rivendicano con sit-in e audizioni alla VII Commissione Cultura della Camera la difesa di diritti e lavoro per gli operatori della scuola. Infatti, si era raggiunto un accordo politico per cui gli inidonei non sarebbero transitati più obbligatoriamente nei profili amministrativi e tecnici della scuola, i precari AA e AT avrebbero ricevuto circa 3.500 posti per le immissioni in ruolo, gli ITP C555-C999 avrebbero potuto transitare su classe di concorso se in possesso del titolo di studio (non solo del titolo abilitante).
Forse la crisi di governo in un sol colpo spazzerà via accordi, presidi e sit-in.
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