Sul caro-energia e sulle ipotesi che stanno circolando nelle ultime ore per contenere i costi, si è espressa anche la Flc Cgil. Come si legge sul proprio sito, il sindacato si dice contrario alla proposta (definita bizzarra) del presidente Anp Antonello Giannelli di accorciare la settimana chiudendo il sabato per svolgere le lezioni in Dad.
“Proposta sbagliata due volte – afferma la Flc Cgil – Intanto la chiusura del sabato riguarderebbe solo alcune scuole, visto che già molte lavorano su 5 giorni: con questo principio quindi se ne ridurrebbe l’orario anche alle altre scuole, sostituendo quel tempo con la didattica a distanza? In secondo luogo oramai tutti affermano che la didattica in presenza è insostituibile. Se quindi la scuola è una priorità per lo sviluppo del Paese, la didattica in presenza è il suo requisito essenziale. Il risparmio energetico è una necessità? Si individuino altri luoghi ed attività da cui ricavare risparmi, ma si lasci la scuola in pace”.
“Abbiamo bisogno di più tempo scuola e abbiamo bisogno di personale straordinario per gestire questa fase – spiega il sindacato – l’organico “covid” andrebbe riconfermato proprio per poter affrontare il recupero del tempo che non c’è stato, del tempo che gli alunni non sono stati a scuola. La scuola non è una “spesa” ma un “investimento”, questo è il momento di farlo, altro che chiudere il sabato! Stabilizzare i precari è un altro elemento che contribuisce al recupero degli apprendimenti, in quanto si interviene sulla qualità. tra l’altro in alcune zone del Paese già si fanno i turni per andare a scuola, perché mancano o crollano le scuole, sarebbe il momento di rendere alla scuola quanto è stato preso proprio con il governo Berlusconi nel 2008, che tolse alla scuola risorse mai più rese.
Se passa il principio che per razionalizzare il riscaldamento si può chiudere la scuola, poi la si potrà chiudere per qualsiasi motivo, tanto da noi le emergenze non mancano. E’ già successo: si chiudono le scuole e si propone di fare la didattica a distanza (tanto è la stessa cosa!) perchè passa il giro d’Italia, così si evitano problemi di traffico, oppure si chiudono perché c’è troppo vento e potrebbero cadere rami secchi e rappresentare un pericolo… Se passano questi principi la scuola è finita: invece lo stesso ministero ribadisce che la didattica è solo in presenza e che la fase di emergenza è finita. Insomma, la proposta dell’ANP è di una gravità assoluta. Si usino piuttosto i fondi del Pnrr per adeguare gli edifici scolastici, per l’efficientamento energetico e contro gli sprechi”.
Anche Dirigentiscuola, attraverso il suo presidente Attilio Fratta, esprime la sua opinione sull’argomento: “Il problema energia è reale e non può essere ignorato. Anche la scuola deve fare la sua parte ma non certamente riducendo orari o adottando la settimana corta; soluzioni che avrebbero ricadute sull’organizzazione scolastica ma anche delle famiglie. Dopo tre anni di soluzioni legate all’emergenza la scuola deve tornare alla normalità. Le conseguenze sono ben note. Abbiamo bisogno di recuperare e non di ridurre, vanno evitati sprechi e dispersioni di calore; ridurre di qualche grado la temperatura ed adottare qualsivoglia altro accorgimento ma non certamente modificare orari e organizzazione. Va, inoltre, inculcato più senso dello Stato e rispetto della cosa pubblica in tutto il personale. Se tutti prestassero attenzione evitando gli sprechi i consumi sarebbero notevolmente contenuti e compenserebbero i rincari. La crisi c’è e dobbiamo conviverci come abbiamo fatto con l’epidemia, ma non con situazioni tampone o provvisorie. Importante che ci siano disposizioni chiare assunte dagli enti preposti e non delegati al singolo dirigente scolastico. Chiunque proponga soluzioni provvisorie e temporanee evidentemente non ha idea di cosa vuol dire modificare orari, organizzazione delle lezioni, assegnazione dei docenti, mezzi di trasporto e tutto quanto è legato al funzionamento delle istituzioni scolastiche”.
“Non vorremmo vedere un film già visto – spiegano da “Possibile” – l’emergenza la paga la scuola e nel frattempo nessun provvedimento strutturale viene deciso, È incredibile che a tre anni dall’inizio dell’emergenza i trasporti non siano stati resi più efficienti, non siano stati installati impianti di ventilazione controllata nelle scuole, a cui anzi arrivano indicazioni contraddittorie come quella di aprire le finestre per contrastare il contagio da Covid e risparmiare sul riscaldamento. Chiediamo con forza che vengano prese in considerazione soluzioni diverse, che non tocchino necessariamente l’organizzazione didattica, non semplice da rivedere a fine agosto, ma che vadano nella direzione di un cambiamento strutturale delle nostre scuole: pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici scolastici, comunità energetiche, isolamento termico, così come il potenziamento dello smart working negli altri settori della pubblica amministrazione”.
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