L’intervento di una docente è stato provvidenziale: come riporta La Repubblica, una maestra di 47 anni di una scuola pugliese, in provincia di Foggia, ha salvato una bimba di sei anni colpita in classe da una gravissima crisi epilettica. Ecco la ricostruzione dei fatti.
“La piccola ha accusato dei tremori. Poco prima, già da qualche ora, accusava mal di pancia, per cui io e le mie colleghe la sollecitavamo a recarsi in bagno. Ma la bimba rimandava perchè voleva finire la lezione che stava seguendo con la classe. Ad un certo punto si è accasciata sul banco”, ha raccontato.
“L’ho subito soccorsa, posizionandola sul lato sinistro del corpo e ho visto che non respirava e il suo corpo si era irrigidito. Per cui ho eseguito le manovre apprese durante la frequenza del corso Blsd pediatrico (basic life support defibrillation che fornisce tecniche di base del primo soccorso per gestire i problemi sanitari, più e meno comuni, che si verificano durante l’età pediatrica) e dopo tre pressioni la piccola ha rimesso ma non ha mai ripreso conoscenza per cui ho chiamato il 118. In collegamento con la dottoressa della centrale operativa ho eseguito tutto ciò che mi è stato indicato in attesa dell’arrivo dell’elisoccorso con a bordo il medico rianimatore che ha proceduto all’intubazione della piccola e al trasporto in elisoccorso in ospedale al pediatrico dove si trova tutt’ora ricoverata”.
La maestra ha eseguito, per fortuna, quanto appreso in alcuni corsi di formazione: “In quei momenti si sono rivelate fondamentali le nozioni apprese durante il corso. Conta tanto l’approccio che ognuno ha con l’emergenza che si pone davanti. Mantenere sangue freddo è importante. Ma voglio sottolineare che determinante è stata la collaborazione dell’intero istituto scolastico. Non solo delle colleghe presenti, anche delle altre che si sono precipitate, della dirigente scolastica che è accorsa a scuola, nonostante si trovasse fisicamente in un altro istituto scolastico che dirige, del collaboratore scolastico e di tutti i sanitari del 118 e dell’elisoccorso che hanno salvato la vita della piccola”.
La docente è soddisfatta e crede di aver avuto un aiuto divino: “Io amo il mio lavoro che ritengo una missione di vita. In questo caso specifico credo di essere stata guidata non solo dalle mani degli angeli terreni, anche da quelli lassù. Sono molto credente e credo che qualcuno da lassù abbia davvero guidato la mia mano. Sono felice, siamo tutti felici anche perchè gli alunni tutti sono un po’ figli nostri. Sono con noi gran parte della giornata, dalle 8,20 alle 16,20. Li accompagniamo non solo nel percorso scolastico, anche in un percorso di vita”.
“Alcuni alunni si sono accorti del tremore della propria compagna. Non ricordo quei momenti perchè ero concentrata su Success, sulla piccola in difficoltà. Si è trattato di secondi. Le mie colleghe mi hanno riferito che ad un certo punto ho urlato ‘tutti fuori’ verso gli altri alunni, prontamente accompagnati fuori nei locali della palestra, dove sono stati intrattenuti dalle colleghe e dal personale scolastico. Abbiamo poi spiegato loro che la compagna di classe sta bene e non vedono l’ora di riabbracciarla. C’è una grande e forte integrazione tra tutti i nostri alunni e le famiglie. Sono stati di un’umanità straordinaria. E’ stato davvero un risultato di squadra. Non ci resta che abbracciare la piccola e la sua famiglia”, ha concluso.
Come abbiamo scritto, i defibrillatori devono essere localizzati nei pressi della cassetta adibita al primo soccorso, riferiscono le linee guida del Ministero dell’Istruzione. Può farne uso, in casi di emergenza, anche il personale non medico specializzato in massaggi atti alla rianimazione o polmonari: a tal proposito, l’art. 3 della L. n. 116 del 4 agosto 2021, modificando la L. n. 120 del 3 aprile 2001, stabilisce che “L’uso del defibrillatore semiautomatico o automatico è consentito anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardiopolmonare. In assenza di personale sanitario o non sanitario formato, nei casi di sospetto arresto cardiaco è comunque consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico o automatico anche a chi non sia in possesso dei requisiti di cui al primo periodo. Si applica l’articolo 54 del codice penale a colui che, non essendo in possesso dei predetti requisiti, nel tentativo di prestare soccorso a una vittima di sospetto arresto cardiaco, utilizza un defibrillatore o procede alla rianimazione cardiopolmonare”.
Tale norma, in ogni caso, con riferimento allo scriminante dello status di necessità assoluta previsto dall’art. 54 del Codice penale, prevede l’utilizzo del DAE anche da personale non formato. Resta in ogni caso consigliato il corso BLSD (Basic Life Support & Defibrillation) per illustrare le azioni e le manovre di primo soccorso da attuare tempestivamente in situazioni di emergenza e in caso di arresto respiratorio e/o cardiaco.
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