Si torna parlare di crocifisso a scuola: dopo le polemiche dei giorni scorsi, con al centro il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti che ha detto di preferire “una scuola laica” con le pareti ricche di “riferimenti alla Costituzione e allo sviluppo sostenibile”, stavolta a tenere banco è la sparizione di alcuni crocifissi da alcune classi della capitale.
A denunciare quanto sarebbe accaduto in un istituto romano è un esponente della Lega, segretario della sezione di Ponte Milvio, Riccardo Corsetto.
Il leghista, sulla sua pagina Facebook trascrive “il testo originale della lettera” a lui inviata un’insegnante della scuola media “Alberto Sordi”.
Poi, lo stesso Corsetto in una nota annuncia: “Stiamo valutando l’ipotesi di denunciare il furto dei crocifissi ad opera di un dipendente pubblico, scomparsi da diverse aule, configurando il reato di furto e peculato”.
Qui di seguito, riportiamo la versione dei fatti fornita dalla docente, riportata dall’Ansa, secondo quanto pubblicato sul profilo Facebook di Corsetto: nel mese di ottobre l’insegnante nota che in un’aula” è scomparso un crocifisso dalla parete”.
Gli studenti le “riferiscono” che a toglierlo è stato un altro prof che aveva spiegato il gesto riferendosi al carattere laico della scuola.
“Mi confronto serenamente con il collega citandogli le due sentenze che hanno stabilito che tale problema non sussiste perché tale oggetto non offende nessuno e ha un valore anche laico, ma lui non mi lascia neanche parlare, sostenendo che le sentenze non contano in quanto la scuola è laica, ‘lo dice la Costituzione’. Mi dice che posso tenerlo solo durante le mie ore”, aggiunge la docente nella missiva citata da Corsetto.
Quindi la professoressa parla della “completa sparizione” del crocifisso prima da una seconda classe (aggiungendo che però in questo caso “il collega nega di essere l’artefice di tale atto”) e poi da una terza.
Interpellata sempre dall’agenzia Ansa, la dirigente scolastica, Maria Ponticello, racconta di essere venuta a conoscenza dell’anomalo “solo” questa mattina (29 ottobre n.d.r.) tramite “una raccomandata”: “Ora sto svolgendo le indagini del caso. Voglio capire cosa sia successo per poi prendere provvedimenti. Chiamerò i diretti interessati, per sentire anche l’altra campana. Mi sembra una situazione un po’ fuori dalla normalità…”, chiosa la dirigente, sinceramente stupita da tutta la vicenda.
È chiaro che se la dirigente scolastica dovesse venire a conoscenza di comportamenti errati da parte di uno o più docenti dell’istituto, diventa a questo punto inevitabile che commini più di qualche sanzione.
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