Ieri ha fatto scalpore la notizia della rimozione improvvisa, attuata dalla dirigente scolastica di una scuola del modenese, Carpi, di tutti i crocifissi dalle aule della scuola. Molti docenti e genitori non sono d’accordo con la decisione, e si lamentano di non essere stati informati.
Addirittura, come riporta Il Messaggero, è partita una raccolta firme che chiede di rimetterlo nelle classi. Non si sono fatti attendere i commenti del mondo politico. Il senatore di Fdi Michele Barcaiulo, crede che “la scelta della preside è contro ogni ragionevole logica”.
Secondo il senatore, “Il crocifisso non è un elemento di arredo, avere il crocifisso nelle nostre aule non vuole dire imporre a qualcuno il nostro credo ma essere orgogliosi dei valori che hanno fondato la nostra civiltà. Quella di Fratelli d’Italia è sempre stata una ferma opposizione a ogni tentativo di rimuovere il crocefisso dalle nostre scuole. Non possiamo lasciare che muoiano la nostra identità e la nostra cultura in nome di un ideologico ‘Politically Correct'”.
Anche il vicepremier Matteo Salvini ha detto la sua: “La priorità di questa ‘preside’: strappare i Crocifissi da tutte le aule scolastiche. Professori e genitori increduli, io con loro”, queste le sue parole.
“Il crocifisso è un simbolo religioso. Qui siamo in una scuola, non in una chiesa – queste le parole della preside -. Per questo ho ritenuto di fare togliere i crocifissi dalle aule, questa estate, in occasione di alcuni lavori di ristrutturazione e pittura dei locali dell’istituto. Siamo una comunità scolastica. Se i docenti o i genitori dovessero manifestare la necessità di affrontare il tema, lo faremo in Collegio Docenti, ma ad oggi la questione non è ancora stata sollevata dai professori e dalle famiglie”.
Un gruppo di professori ha, infatti, scritto una lettera indirizzata alla dirigente scolastica per chiedere spiegazioni sulla disposizione della preside. La dirigente dice però di non esserne a conoscenza.
Lo sconcerto dei docenti firmatari è legato anche al fatto che “nei plessi delle elementari e delle materne risulta che il personale docente e ata, in alcuni casi, non ha dato seguito alla direttiva e in tali sedi tuttora i crocefissi sono in aula, mentre nella secondaria di primo grado e in altri plessi, se pur con perplessità, i crocifissi sono stati rimossi”. Ma soprattutto, quello che gli insegnanti chiedono nella loro lettera è la motivazione del provvedimento “che riteniamo grave, sia per il suo valore simbolico, sia perché non trova riscontro in nessuna attuale normativa scolastica”.
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