Dopo la pubblicazione della sentenza del Consiglio di Stato, si è aperta sulla pagina Facebook de La Tecnica della Scuola una discussione in merito al crocifisso in aula.
Tra i commenti favorevoli alla sentenza citiamo:
– Che bella e saggia decisione. Finalmente una cosa buona…se i parlamentari mettessero un briciolo degli insegnamenti di Dio nel loro operato tutto andrebbe meglio e non ridurrebbero in povertà una nazione intera.
– Bravissimi i magistrati del Consiglio di Stato! Finalmente è stata pronunziata la parola fine nel migliore dei modi a questa questione che ha urtato per anni la sensibilità della gran parte dei cittadini italiani. Chi vive nel nostro paese deve rispettare la cultura, le tradizioni, le abitudini, i costumi, la religione cristiana e, soprattutto, le leggi e le norme dell’ordinamento del nostro Stato.
– Comunque la pensiate a tal proposito ha fatto bene il consiglio di stato, è cultura Italiana e come tale và rispettata. Per quelli che sono contrari se ne facciano una ragione, vorrei vedere se ciò accadrebbe in altri paesi e chi ha orecchie per intendere intenda.
Tra i commenti contrari alla sentenza citiamo:
– Leggo tanti commenti a favore del crocifisso con la giustificazione che non di una prevaricazione si tratterebbe ma di un simbolo (quasi ecumenico) di tolleranza e di pace. E poi giù, a difesa della “nostra tradizione”, presumo contro gli altri, contro tutti coloro che non sono come noi.
– Insomma costoro vogliono utilizzare il crocifisso come una clava!
– Non rappresenta tutti: molti non sono religiosi, altri appartengono a religioni di cui questo non è un simbolo.
– La scuola è un ambiente laico di apprendimento e non di preghiera.
– L’Italia è piena di simboli e luoghi di culto, quindi togliere un crocifisso non lede i diritti dei cattolici credenti.
– Un gesto di rispetto verso i non cattolici mostrerebbe i veri principi cattolici.
– Il guaio grosso è che le norme che stabiliscono la presenza del crocifisso nelle scuole sono decreti (regi e ministeriali) di competenza quindi dei TAR (e del CdS in appello). Se fossero leggi se ne sarebbe occupata da un pezzo la corte costituzionale che non avrebbe potuto non sancire la loro incostituzionalità.