Crocifisso, nel coro dei no a Strasburgo anche Comuni e Chiesa Ortodossa greca

Continua a far discutere la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che il 3 novembre scorso ha accolto il ricorso di una cittadina italiana, Soile Lautsi, originaria della Finlandia, in lite dal 2002 con le istituzioni italiane per la presenza del crocifisso nelle classi perchè da lei considerato contrario al principio di laicità dello Stato. I dieci giorni successivi alla sentenza, favorevole all’unanimità alla Lautsi, sono stati contrassegnati da un’imponente alzata di scudi da parte del “popolo” dei contrari a questa interpretazione.
A guidare il folto gruppo bipartisan, oltre ovviamente la Chiesa cattolica, è stato il Ministro dell’Istruzione: come Governo – ha detto Gelmini intervenendo al question time dell’11 novembre alla Camera – non condividiamo affatto l’assunto della sentenza: la presenza crocifisso non è in contrasto con la possibilità di esplicare la libertà di religione degli adulti” e la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo “è un pronunciamento del tutto insensato che offende i popoli e le nostre tradizioni“.
Il ministro Gelmini ha quindi confermato il ricorso contro la sentenza e ricordato “che in Italia c’è il rispetto di tutte le confessioni religiose, ma il 91% degli studenti italiani sceglie l’ora di religione cattolica. Sono convinta che difenderlo nelle scuole vuol dire difendere la nostra tradizione ma anche favorire l’integrazione“.
Secondo il responsabile del Miur il pronunciamento della Corte di Strasburgo sarebbe addirittura “offensivo” perchè “traduce l’Europa in un’Europa delle burocrazie e la indebolisce perchè toglie un simbolo che ha un grande valore religioso ma anche unificante. Ci sono almeno 7 o 8 paesi che hanno nella loro bandiera la croce“. Poi ha concluso con una precisazione: “il crocifisso non è stato assolutamente tolto dalle aule delle nostre scuole, anzi in molti istituti, laddove non era presente, è stato affisso nelle aule come segno di sdegno contro un pronunciamento irrazionale“.
Una circostanza, quest’ultima, che sembrerebbe confermata dalle cronache provenienti a livello locale. Citiamo un paio di esempi. Il primo è quello di Sassuolo, in provincia di Modena, dove  il 13 novembre il sindaco Luca Caselli ha fatto sapere di avere acquistato cinquanta crocifissi e li ha distribuiti nelle scuole della cittadina che ne erano sprovviste. I crocifissi sono stati consegnati al Liceo Formiggini, all’Ipsia Don Magnani e agli asili nido S. Carlo, S. Agostino, Arcobaleno e Parco.
Ad Offagna, invece, piccolo comune della provincia di Ancona, il Consiglio comunale ha deciso all’unanimità di introdurre una multa di 500 euro a chi verrà sorpreso a togliere il crocifisso da scuole ed edifici pubblici: la multa, hanno fatto notare alcuni cittadini, è la stessa che viene comminata in alcune città italiane a che viene sorpreso a contrattare una prestazione sessuale con prostitute e trans lungo la strada.
Ma le proteste per la sentenza della Corte dei diritti dell’uomo non montano solo in Italia. Il 13 novembre la Chiesa Ortodossa greca si è rivolta a tutti i cristiani d’Europa chiedendogli di sostenere il ricorso: secondo gi ortodossi la sentenza relativa al caso italiano rappresenta un precedente pericoloso. E per questo ha convocato un Santo Sinodo per la prossima settimana per mettere a punto un piano d’azione.Fine modulo
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Alessandro Giuliani

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