“Sono sgomento di fronte a questo vespaio mediatico”.
Il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, uno dei più chiacchierati ministri del governo M5S-PD, risponde su Radio Capital, alle polemiche che l’hanno riguardato sulla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche.
La questione – che contrappone da molti anni cattolici e laici – torna di attualità alla luce delle parole del ministro il quale ha detto di ritenere l’esposizione della croce nelle aule scolastiche “una questione divisiva” e di preferire una “scuola laica”, suscitando reazioni di disapprovazione da parte del mondo cattolico, favorevoli da parte di atei e agnostici.
“Il tema non è all’ordine del giorno, non è una priorità, neanche lontanamente”, spiega Fioramonti nell’intervista alla radio, “a una domanda insistente e precisa mi sono limitato a dire che io credo in una scuola laica e mi sarebbe piaciuto vedere la costituzione e gli obiettivi dello sviluppo sostenibile sulle pareti. Invece di parlare del fatto che il Ministero sta lavorando per l’edilizia scolastica o che sta aiutando le amministrazioni”, continua, “si discute di quello che io ho detto sul crocifisso. Questo Paese ha bisogno di un cambio di mentalità”.
A tagliare corto, chiudendo ogni ipotesi di discussione sulla presenza del crocifisso nelle scuole, è il Movimento 5 Stelle. “Non è un tema all’ordine del giorno”, hanno confermato all’Ansa fonti pentastellate, aggiungendo che “le scuole italiane hanno ben altri problemi, seri e concreti, da affrontare. Messa in sicurezza degli istituti, e loro ammodernamento, aumento degli stipendi di insegnanti e personale sono le priorità”. “Dibattiti e polemiche su questioni distanti dalla vita quotidiana dei cittadini – la conclusione – non ci appassionano né interessano”.
“Il crocifisso non si tocca”, è il coro unanime che si è alzato invece dal centrodestra, al quale si è aggiunta la voce di Italia Viva, il neonato partito che fa capo a Matteo Renzi. “Ministro Fioramonti, lascia stare merendine, crocifisso, foto di Mattarella, giustificazioni. E pensa a fare il Ministro”, il messaggio inviato dal presidente dei senatori, Davide Faraone.
“Il ministro vuole cancellare la nostra cultura e la nostra storia”, chiosa Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia, rilanciando su Twitter l’hashtag #ilcrocifissononsitocca.
L’ultima pronuncia giurisdizionale di rilievo è stata della Grande Camera della Corte europea per i diritti dell’uomo, che nel 2011, accogliendo un ricorso dell’Italia, ha ritenuto legittima l’esposizione del crocifisso: non può essere considerata un elemento di “indottrinamento” – hanno detto i giudici europei – e dunque non comporta una violazione dei diritti umani.
Corsi e ricorsi perfino col Crocifisso
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