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Crollo d’Istituto a L’Aquila, la Lega chiede la grazia per il preside arrestato

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“Sosterremo la richiesta di grazia del preside Livio Bearzi e la revisione della normativa che lo ha portato in carcere”.

Ad annunciarlo è Mario Pittoni, responsabile federale Istruzione della Lega Nord, riferendosi all’ex rettore dell’istituto abruzzese dove nel 2009 persero la vita 6 studenti a seguito del violento terremoto che rase al suolo tantissimi edifici del capoluogo: a seguito della sentenza definitiva, al dirigente sono stati comminati 4 anni di reclusione e 5 di interdizione dai pubblici uffici.

“Chiunque al momento del sisma si fosse trovato al suo posto, anche la persona più onesta e responsabile, oggi come lui sarebbe dietro le sbarre”, sostiene Pittoni.

 

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“La colpa principale del dirigente scolastico – continua il leghista – è di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato: alla guida cioè del Convitto Domenico Cotugno de L’Aquila, edificio già non in buone condizioni (come peraltro la maggior parte delle strutture scolastiche del Paese, per le quali le risorse continuano a essere assegnate con il contagocce), al momento del terremoto che nel 2009 ha devastato il capoluogo abruzzese, causando la morte di tre studenti. Vanno chiarite le responsabilità oggettive. Scorretto individuare un capro espiatorio, che avrebbe dovuto prevedere la scossa e quindi il crollo dell’edificio”.

Secondo l’ex senatore, inoltre, “pare tra l’altro che, dopo la scossa del 30 marzo, siano state effettuate delle perizie in base alle quali l’immobile era stato ritenuto idoneo all’operatività. In casi del genere – conclude Pittoni – il preside si ritrova tra l’incudine e il martello, dovendo scegliere tra il rischio di una condanna come quella che ha portato in carcere Bearzi o, all’opposto, per interruzione di pubblico servizio se non addirittura procurato allarme”.  

 

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