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CSPI: riconoscere il merito senza scadere nella competizione. ANP: visione ideologica

Sulla pronuncia approvata dal CSPI il 27 marzo scorso interviene l’Associazione Nazionale Presidi con un giudizo completamente negativo.
Il parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione riguarda le aggressioni a scuola da parte di alunni e genitori nei confronti del personale scolastico: la problematica, ha sottolineato il Consiglio, non può essere affrontata esclusivamente mediante una migliore gestione psico-pedagogica degli alunni o mediante una maggior tutela dei docenti oggetto di aggressione da parte dei genitori.
Andando alla radice profonda del malessere che oggi si vive nella scuola si potrebbe così scoprire secondo il CSPI che uno dei motivi principali del disagio che si vive nelle scuole è collegato alla solitudine in cui sono lasciati gli operatori scolastici e le famiglie.

Ma l’ANP contesta del tutto il documento del Consiglio: “Un primo aspetto non condivisibile è la restituzione di un’immagine falsamente negativa della realtà scolastica nel suo complesso, attraverso valutazioni sommarie in un crescendo catastrofista, fino ad affermare che nella scuola oggi manchi la solidarietà, la cooperazione, che ci sia solitudine, che sia un ‘non luogo’ con la sola funzione di contenere e far passare il tempo della crescita dei ragazzi”.
“L’errore – sostiene l’ANP – sta nell’estendere a tutta la scuola la valutazione negativa che deve riguardare sicuramente specifiche situazioni o fenomeni conflittuali, anche violenti e dolorosi, che si manifestano in modo più frequente di recente tra studenti e docenti e da parte di genitori contro docenti, dirigenti e personale. Da qui poi si passa, con la constatazione della ‘crisi dei valori educativi’, a rimpiangere un presunto e magico passato di equilibrio e relazioni positive, di valori di riferimento oggi indeboliti e socializzazione ormai perduta”.

“Al contrario – affermano i dirigenti dell’ANP – noi vediamo una scuola diversa da questa rappresentazione, una scuola che ogni giorno vede al lavoro tutto il personale impegnato: docenti, dirigenti, tecnici e ausiliari. Personale che anche nei momenti più difficili, mancando le risorse necessarie e i riconoscimenti doverosi, continua a proporre, progettare, cercare soluzioni, a realizzare e dare risposte, facendo della scuola e nella scuola un luogo di accoglienza, lavorando per un’autentica inclusione, promuovendo l’integrazione attraverso la ricerca e l’innovazione nell’attività didattica”.

L’ANP contesta anche un peciso passaggio del documento: “Occorre operare un cambio di paradigma nel modello educativo, puntando sulla cooperazione e sulla esperienza significativa dello studio, che valorizzi l’impegno e riconosca il merito, senza scadere nella competizione e nell’individualismo.”

“Si tratta – scrive l’ANP – di un ennesimo e miope attacco al concetto di merito, che è invece valore fondamentale e che dovrebbe essere promosso a tutti i livelli nella scuola e nella società. Insinuare che il merito contiene il pericolo di scadere nella competizione e nell’individualismo è espressione di una chiusura ideologica che sta facendo tanto danno alla scuola e ai professionisti docenti che in essa lavorano, continuando a disconoscerne i diversi livelli di impegno ed impedendone una necessaria differenziazione di carriera”.

 

Reginaldo Palermo

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