Nei prossimi giorni saranno convocati i Collegi dei docenti dei diversi ordini di scuola al fine, citiamo la nota ministeriale che lo stabilisce, di deliberare,”su proposta del Dirigente scolastico, sul numero e la specifica dei requisiti da considerare utili ai fini dell’esame comparativo delle candidature dei docenti titolari su ambito territoriale”.
Traducendo in italiano, come è noto i docenti immessi in ruolo non su scuola ma su ambito territoriale dovranno presentare, in seguito alla Legge 107, ai dirigenti delle scuole nelle quali vorranno trasferirsi un curriculum e verranno selezionati sulla base di un certo numero di criteri, nel passato anno scolastico questi criteri sono stati definiti dai soli dirigenti scolastici, ora la scelta viene delegata ai Collegi dei docenti, si basi bene, sempre su proposta del Dirigente scolastico.
Si tratta di quella che i sindacati istituzionali presentano come una grande conquista, come un modo di ridare ai collegi docenti un potere di decidere sulla vita della scuola.
In realtà si tratta, con ogni evidenza, di un modo per rendere accettabile un processo di balcanizzazione della scuola pubblica sostituendo alle graduatorie basate su titoli ed anzianità e, di conseguenza nonostante tutti i limiti inevitabili, trasparenti criteri diversi scuola per scuola e tali da permettere di “scegliersi” i colleghi ai quali “concedere” il trasferimento.
È evidente che le associazioni sindacali dei dirigenti considerano questa “concessione” eccessiva, una mera perdita di tempo ma è altrettanto evidente che una riverniciatura “democratica” non cambia la sostanza di un meccanismo che si presta a mille arbitri e che concorre a distruggere il carattere unitario della scuola pubblica.
È, per soprammercato, altrettanto evidente che i Collegi dei docenti dovranno decidere di corsa visto che lo dovranno fare entro il 19 maggio per la scuola primaria, il 31 maggio per la scuola dell’infanzia, il 14 giugno per la secondaria di I grado, il 30 giugno per la secondaria di II grado e che dovranno farlo senza nemmeno avere informazioni precise sull’organico della scuola. In altri termini, dovranno scegliere, se si può parlare di scelta, al buio.
La CUB Scuola Università Ricerca invita quindi i Collegi dei docenti a rifiutare questa caricatura di democrazia e, in questo modo, a mantenere salda l’opposizione intransigente alla Legge 107, la cosiddetta Buona Scuola.
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