Si discute ancora del caso della sostituzione della parola “Gesù” con la parola “cucù” nella recita di Natale in una scuola del padovano. Moltissime sono state le polemiche; molti genitori hanno addirittura scelto di non fare partecipare i loro figli all’evento.
Come riporta Il Gazzettino, la dirigente scolastica della scuola incriminata si è difesa: “Per errore è stato consegnato ai piccoli non il testo definitivo del motivetto, ma quello che aveva avuto delle correzioni. In sostanza per sbaglio abbiamo dato agli alunni quella che era soltanto una bozza”, questo sarebbe stato dunque il problema, il fatto che bambini e quindi genitori hanno notato il testo corretto.
La questione è stata commentata anche dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: “Si esagera nel politicamente corretto. L’avvenuta modifica in maniera artificiosa di una canzone di Natale nel nome di una teorica voglia di inclusione e rispetto è un grave errore: pensare di favorire l’accoglienza cancellando i riferimenti alla nostra religione, alla nostra identità, alla cultura che da secoli e secoli caratterizza il Veneto è un gesto che non possiamo accettare”, ha detto.
E l’assessora Elena Donazzan: “Quale errore di valutazione porta delle insegnanti a comportarsi così? Un insegnante non può fare errori così grossolani – ha dichiarato l’esponente di FdI -. Il Natale è certamente una festa religiosa, ma coinvolge l’intera civiltà occidentale, nei i tempi della vita e nei tempi della scuola, per i quali, non a caso, nel calendario scolastico ci sono le vacanze legate al periodo del Santo Natale”.
I genitori sarebbero sul piede di guerra. “Lunedì scorso, per puro caso, abbiamo scoperto che i testi natalizi da far cantare ai nostri figli sono stati cambiati e modificati – racconta il papà di una bambina che frequenta la scuola -. All’inizio non ci potevo credere, poi quando mia moglie mi ha fatto vedere i fogli con le frasi che inizialmente gli alunni avrebbero dovuto cantare, tagliati su determinate parole, non ci ho visto più. Non è possibile che si debba arrivare a questi livelli, tra l’altro senza che noi genitori veniamo messi al corrente delle idee delle maestre”.
Sulla chat delle mamme sono arrivati moltissimi messaggi. “Come genitori ci siamo chiesti se qualcuno era stato messo al corrente di questa decisione – prosegue il papà -. Ma nessuno sapeva niente. A questo punto abbiamo chiesto ai nostri figli, i quali ci hanno raccontato che effettivamente da qualche giorno le maestre avevano consegnato loro i libretti di musica, sui quali stavano esercitandosi da qualche settimana, con i testi natalizi riveduti e corretti, per evitare di ferire i sentimenti di quei bambini che non partecipano all’ora di religione”.
“Ho immediatamente contattato il sindaco, il quale si era detto molto dispiaciuto nell’apprendere questa notizia e che si sarebbe interessato in prima persona, verificando con la scuola il motivo di questa decisione. Poi non ho più avuto sue notizie. Mi sono anche rivolto al parroco, il quale mi ha detto che sono cose che possono succedere, trincerandosi dietro i soliti luoghi comuni, legati al fatto che noi dobbiamo essere ospitali con gli altri. Non è però questo il discorso. Non è infatti possibile che venga rovinato il recital dei nostri figli solamente per venire incontro a chi non professa la nostra religione. L’unico che ci ha fornito una spiegazione è l’autore di questo saggio, con tanto di testi proposti da lui, prima che le maestre si prendessero la briga di fare dei tagli”, aggiunge.
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha commentato così su Facebook: “Non so se ridere o piangere, vergognatevi e chiedete scusa ai bambini!”
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