“Culpa in vigilando”. Soluzione praticabile se…

In questi giorni L. Ficara è tornato a trattare la questione della responsabilità civile e penale dei docenti nei confronti dei minori.
Le soluzioni proposte nell’articolo sono fattibili. In altri termini, la consegna ad un altro adulto rispetta il principio “senza soluzione di continuità” previsto dall’art. 2048 del Codice Civile e da numerose se
ntenze della Cassazione.

Nel contributo comunque è assente il Regolamento D’Istituto.

Ritengo importante che le procedure di affidamento del minore ad altra figura (docente o collaboratore) siano formalizzate nel documento che sostanzialmente esprime i comportamenti, le regole  che un Istituto scolastico decide di darsi. Stesso discorso vale per la soluzione estrema di affidare il minore alla Polizia urbana. Ogni azione o decisione del docente deve ricondurre all’Istituto e alle sue regole. Diversamente esponiamo il fianco a possibili denunce civili per comportamenti individuali  e quindi non previsti dal Regolamento d’Istituto.

Nel suddetto documento deve essere inserito anche il mansionario del collaboratore scolastico che prevede compiti di accoglienza e di sorveglianza nei confronti degli alunni,prima e dopo le lezioni Esagerazione? Forse, meglio, però rendere esplicito ciò che i collaboratori scolastici dovrebbero conoscere.
Il Regolamento d’Istituto deve prevedere anche  l’eventuale presenza di docenti preposti al compito di affidamento di minori, i quali devono operare con un contratto già firmato a settembre, dove sono formalizzati anche i limiti temporali del compito in caso di prolungato 
ritardo sistematico dei genitori.

Concludo che un Regolamento d’Istituto che prevede tutto questo disincentiva la decisione di molti docenti di attendere pazientemente l’arrivo del genitore. Ovviamente mi riferisco alritardo sistematico. E purtroppo ci sono molti insegnanti che adottano questi comportamenti, dando un pessimo ( ottimo per i genitori )  segnale  all’utenza di persone sempre disponibili, e con niente da fare dopo la scuola. E questo favorisce l’immagine di babysitter, non prevista dal nostro C.C.N.L.

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