Si torna parlare dell’insegnamento della cultura del vino tra i banchi delle scuole italiane. Lo scorso luglio se ne è discusso a proposito di un’iniziativa della Lega, riguardante l’introduzione a scuola di contenuti formativi che insegnino agli alunni la cultura del vino e dell’olio.
A prendere la parola in merito è stato il dottor Gianni Testino, presidente nazionale società italiana di alcologia, che ha scritto una lettera al ministro della Salute professor Orazio Schillaci riportata da Ansa, in cui si evidenziano i rischi di tale pratica: “Insegnare la cultura del vino nelle scuole? Chiediamo al signor Ministro, che è un collega, di far comprendere che la strada da percorrere è l’esatto contrario di ciò che è stato proposto”.
“Una iniziativa in buona fede nel tentativo di promuovere l’economia del nostro Paese ma la Società italiana di alcologia in accordo con le istituzioni scientifiche internazionali e l’OMS avverte che tale possibilità percorre la strada contraria a quello che bisognerebbe fare per non danneggiare la salute pubblica”. Si dovrebbe fare il contrario, secondo il dottore: puntare a disincentivare l’uso di alcol.
Numerosi sono i rischi derivanti da un uso e soprattutto di un abuso di queste sostanze soprattutto nei giovanissimi: “L’etanolo contenuto in tutte le bevande alcoliche è tossico, cancerogeno, teratogeno ed una droga che favorisce dipendenza in quanto sostanza psicoattiva. Di tale tipo di sostanza non è pertanto etico promuoverne un consumo consapevole fra i giovani”.
“Ciò è un’azione irresponsabile – ha proseguito Testino -. È la seconda causa di morte oncologica dopo il fumo di sigaretta e la sua cancerogenicità è dose dipendente, per cui l’eccesso è tutto ciò che è sopra zero. Favorisce oltre 200 patologie differenti. Per alcune di queste (per esempio ipertensione arteriosa e aritmie) il rischio relativo aumenta già con bassissimi dosaggi. Iniziare a bere al di sotto dei 25 anni aumenta il rischio di dipendenza dal 20 al 30%. L’unica politica da perseguire pertanto è quella di ridurre il più possibile i consumi attraverso politiche di educazione a corretti stili di vita e aumentando i prezzi dei prodotti alcolici”, ha concluso.
Nel frattempo il vino è stato recentemente oggetto di una decisione presa dalla Commissione Europea. Quest’ultima ha scelto di eliminare il vino dalla black list degli alimenti dannosi. “È la decisione che tutti aspettavamo: giusta e rispettosa del valore e della storia che il vino rappresenta e incarna”. Così Dario Stefàno (Pd), già senatore e padre della norma che ha introdotto l’enoturismo in Italia.
“A Bruxelles ha prevalso la ragione su quello che era un approccio proibizionista e animato da un pregiudizio grossolano perché accomunava i superalcolici al vino, l’uso all’abuso” continua Stefàno. “Questa scelta apre oggi ad un orizzonte sicuramente più sereno, più pacificato e che consentirà alle nostre importanti realtà di continuare a crescere”.
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