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Cultura, economia, politica. L’innovazione educativa: convegno a Roma il 14 giugno 2017

L’Universitas Mercatorum ospiterà nella sua prestigiosa sede di Palazzo Costaguti – Piazza Mattei 10, Roma- una riflessione a più voci su Cultura, economia, politica. L’innovazione educativa, promossa dalla rivista telematica interdisciplinare Politica.eu, mercoledì 14 giugno 2017, con inizio alle ore 14.30.

A questo momento parteciperà il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, On. Valeria Fedeli.

Interverranno, oltre agli autori del testo “Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato” (A.M. Alfieri, M. Grumo, M.C. Parola), anche il Rettore Prof. Giovanni Cannata, ordinario di Politica economica; Michele Rosboch, Direttore di Politica.eu e docente di Storia del diritto italiano nell’Università di Torino; Paola Maria Zerman, Avvocatura dello Stato. Coordinerà i lavori Ivo Stefano Germano, docente di Sociologia dei nuovi media nell’Università del Molise. 

Il coordinamento scientifico e organizzativo è affidato ad Alessia Lirosi (docente di Storia moderna, Università di Verona).

Si legge nel comunicato che accompagna la locandina dell’evento: “La famiglia italiana attende, dal 1948 ad oggi, la garanzia del diritto alla libertà di scelta educativa. I genitori poveri non possono scegliere la buona scuola pubblica paritaria – ex L. 62/2000 una delle “due gambe del Sistema Nazionale di Istruzione” – perché non possono pagare due volte: tasse allo Stato e retta di funzionamento. Ancora peggio se i genitori hanno un figlio portatore di handicap. Puniti due volte: cento euro scarsi di detrazione annui e mille euro per il sostegno del figlio disabile, a fronte dei 25 mila necessari per il docente ad hoc. In Francia il genitore povero sceglie la scuola pubblica che vuole, come pure nei Paesi dell’Est europeo. In Italia, no. Eppure “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale” che limitano “di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini” (Cost., art. 3). L’Italia, quale Stato di diritto, non garantisce i diritti che riconosce”.

“Evidentemente urge far funzionare meglio la scuola pubblica, sia statale che paritaria. Gli aggettivi “pubblico” e “statale” non sono sinonimi. Ciò che è “pubblico” non è necessariamente “statale”. Occorre far chiarezza sul fatto che la produzione di un bene o servizio di tipo collettivo (come l’istruzione) possa essere realizzata tanto dal settore pubblico quanto da quello privato. La produzione pubblica deve essere giustificata con ragioni diverse dall’impossibilita’ di provvedervi da parte di privati e la principale spiegazione e’ che la collettivita’ vede nel processo di produzione pubblica del bene/servizio qualcosa di diverso e migliore rispetto a quello privato. Di conseguenza, esiste la disponibilita’ a pagare una differenza di costo per la sua acquisizione. Diversamente non esiste alcun impedimento a che il bene o servizio venga prodotto da parte privata”. 

Lo Stato non può reggere finanziamenti aggiuntivi per la scuola tout court. L’unica soluzione per evitare il tracollo della scuola pubblica, sia statale che paritaria, è il costo standard di sostenibilità per allievo”

Redazione

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