Nella presentazione, del corso Esplorare il mondo con la matematica mi imbatto in un interessante quesito: “La matematica è in grado si studiare le epidemie, l’armonia del creato, i frattali?”. Provo a rispondere.
La prima domanda è facile. Anche il profano sa ormai che il contagio può essere modellizzato con la funzione esponenziale, che il rischio della malattia può essere valutato col calcolo delle probabilità, eccetera.
L’ultima domanda è più facile ancora. Chiunque abbia sentito parlare di “frattali” ha capito perlomeno che si tratta di enti geometrici e dunque è persino banale riconoscere che la matematica è in grado di studiarli in modo opportuno.
La domanda di mezzo è addirittura disarmante. Che cosa si intende infatti con l’armonico “creato”? Forse l’effetto del prodigio di qualche divinità? E perché nella stessa presentazione viene citato proprio Rovelli, mentre nell’articolo precedente, per auspicare la valorizzazione della cultura scientifica nelle scuole, si prende spunto dalla notizia del Nobel a Parisi? Sia Rovelli che Parisi guarda caso sono atei. Ma questi in fondo sono fatti loro. Di certo però il creato e i rapimenti mistici nulla hanno a che fare con la cultura scientifica. E no, neppure con la matematica.
Andrea Atzeni