La crisi si fa sentire anche tra i sindacati. Che sono costretti ad adeguarsi, accorpando le categorie e le sezioni periferiche. Il processo è già in atto da tempo. E ora diventerà ancora più visibile. Ad iniziare dalla Cisl. Che sancirà la “cura dimagrante” in occasione del congresso in programma mercoledì 12 giugno a Roma: nell’occasione l’organizzazione di Raffaele Bonanni ha intenzione di rafforzare la strada già intrapresa sull’accorpamento delle categorie e su quello delle sedi territoriali. Con l’obiettivo di arrivare, entro poco tempo, a sole nove categorie. Le quali, di fatto, saranno più che dimezzate rispetto ad oggi, dal momento che ne esistono ben 19.
La rivoluzione del sindacato Confederale coinvolgerà anche il pubblico impiego, il quale si trasformerà in un’unica grande categoria, inglobando anche la scuola, con oltre 550.000 iscritti complessivi.
Previsto anche l’accorpamento a breve per la federazioni dei metalmeccanici (Fim) e quella dei chimici-tessili, la Femca (diventerà la grande federazione dell’industria) con una platea di riferimento di oltre due milioni di lavoratori dell’industria (e oltre 330.000 iscritti). Dovrebbero inoltre essere accorpate anche le organizzazioni degli agroalimentari (Fai) e quella degli edili (Filca) in una sorta di grande organizzazione dei ‘braccianti’ sul territorio, simile nelle esigenze dal lato contrattuale come ad esempio per il tema della stagionalità (circa 500.000 iscritti).
Si sta inoltre lavorando per accorpare i servizi a rete e quelli alle persone (commercio,bancari, postali e atipici con 456.000 iscritti e trasporti, telefonici, poligrafici e elettrici con circa 200.000 iscritti). L’unica categoria che non cambierà è quella dei pensionati (2,2 milioni di iscritti).
Anche per quanto riguarda le unioni territoriali la sforbiciata sempre considerevole: si passerà da 115 a 70. Questa fase di riorganizzazione segue quella già avvenuta sul territorio con il passaggio a breve da 117 a 71 strutture provinciali (e la riduzione del 30% dei componenti le segreterie). Circa 10.000 quadri sindacali di territori e categorie saranno ricollocati in altri ambiti sindacali. Si darà più spazio ai delegati (il 60% degli eletti nelle categorie dovrà arrivare dalle Rsu) e le donne saranno obbligatoriamente il 30% di tutti gli organismi. Saranno inoltre spostate dallo statuto al regolamento le norme sulle scadenze relative all’età.
Al momento è prevista la decadenza dal mandato a 65 anni (Bonanni ne ha 63), ma le nuove norme sull’accesso alla pensione per il 2013 prevedono una soglia minima per la pensione di vecchiaia di 66 anni e tre mesi. Spostando le norme sull’età nel regolamento potranno essere modificate dal Consiglio generale senza che sia necessario un nuovo congresso.
La relazione di Bonanni, al suo secondo mandato, ruoterà sul tema della responsabilità e sulla necessità che ognuno faccia la sua parte per uscire dalla crisi economica. La relazione sarà snella (circa 10 cartelle) e si concentrerà sulla necessità di creare nuovi posti di lavoro, sulla riforma fiscale e sulla necessità di un nuovo welfare. Infine, spiegano alla Cisl, sarà il primo congresso “social” con una copertura sui social media oltre alla diretta streaming di tutti i lavori su Labor Web Tv.
La riorganizzazione comporterà, infine, un una condizione di pariteticità di genere: si approverà infatti anche una clausola sulle quote “rosa”, con le donne che dovranno essere obbligatoriamente il 30% in tutti gli organismi.