I lettori ci scrivono

Cura educativa in tempo di covid

Carissimi Ragazzi,
oggi, dopo una lunga parentesi di vuoto scolastico, di vita sociale e  relazionale ridotta ai minimi storici, di assenze sofferte a causa di  un terribile virus che ha cancellato in breve tempo il vostro  desiderio di passioni educative, si rientra in sicurezza, in quel  luogo magico e speciale che è la nostra SCUOLA. La scuola, ancora  oggi, forse più di ieri, ci richiama a quel senso di appartenenza e di corresponsabilità, e ci spinge a riaffermare il delicato compito della  “cura educativa”, in un tempo in cui la pandemia ha deciso di separare la vostra vita da un sapere che deve diventare sempre più “utile” e  “servire a qualcosa”.
Poiché il Covid ci ha costretto a ripensare il nostro quotidiano e il nostro vissuto, da oggi tutti insieme ci adopereremo affinché la scuola si “contamini” di buone pratiche e di  necessarie strategie affinché la stessa continui ad essere luogo  dell’inclusione, della cooperazione e della solidarietà.

La scuola,  che da sempre è stata impegnata ad accrescere e migliorare le  condizioni di vita di tanti giovani, ritessendo condizioni di  uguaglianza, dignità e pari opportunità, oggi in piena emergenza deve  saper riproporre un nuovo modello che riesca ad aprirsi un po’ di più  al mondo, alla natura, alla diversità, alla cura, alla pace, alla  giustizia, ai diritti, all’accoglienza, alla cittadinanza e alla povertà.

E’ così, anche la battaglia al Covid passa attraverso il  mondo della scuola. Se in tempo di emergenza (e post emergenza) erano  i medici e tutto il mondo sanitario ad offrire il loro prezioso servizio in favore della comunità, oggi siete voi, le vostre famiglie  e tutti noi ad offrire un modello prezioso di corresponsabilità  necessaria e indispensabile per ripensare al presente e soprattutto al futuro della nostra comunità.

Vi conosco bene, non siete, come alcuni  vi definiscono, giovani stanchi e corrosi dalla monotonia, giovani  arrugginiti, o peggio ancora dagli occhi spenti, ma giovani capaci di  ritrovare e riproporre un profondo senso di responsabilità legato in modo imprescindibile alla vita e al sapere. La vostra vita è e deve  essere una “vera-vita” a servizio del sapere, un sapere percorso da  tante fragilità e paure, un sapere che riesca a transitare dalla 
mancanza alla pienezza di vita, dalla funzione educativa alla testimonianza.

Poiché istruire non basta, servono anche maestri  (genitori, insegnanti, educatori) veri; maestri di fiducia  appassionata e non maestri del sospetto, maestri che sappiano rifondare un’etica del legame e della cura, soprattutto in un’epoca di crisi pandemica in cui l’insegnamento non potrà dipendere da una retorica, o da una capacità comunicativa, ma esclusivamente dal 
carisma di chi parla.
Adesso, cari ragazzi, insieme, ripensiamo non solo a come fare scuola, ma soprattutto a come bisogna essere per poter fare scuola. Il tutto facciamolo nel ricordo delle tante vittime spezzate dal Covid, facciamolo in memoria di chi ha speso la propria vita per proteggere la nostra, facciamolo per essere cittadini fino in fondo che hanno un’idea di scuola più giusta, libera e corresponsabile.

Giuseppe Cataudella

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