Una storia che ha dell’incredibile: dopo la morte del custode di una scuola i parenti sono riusciti ad occupare l’alloggio per dieci anni, senza che nessuno, tra i dirigenti scolastici che si sono avvicendati, denunciasse. C’è di più: qualcuno di loro ha anche coltivato cannabis nel cortile dell’istituto, indisturbato.
La vicenda ha luogo a Napoli, in un istituto comprensivo. Un danno erariale, come riporta Fanpage, calcolato in 26.775 euro, per il quale i Carabinieri e la Corte dei Conti hanno notificato inviti a dedurre nei confronti dei dirigenti scolastici che si sono succeduti negli ultimi 10 anni, a cui vengono contestate condotte negligenti.
I dirigenti scolastici, nonostante fossero stati messi al corrente dai famigliari del custode deceduto delle loro intenzioni di continuare ad occupare, senza averne più il diritto e quindi abusivamente, l’alloggio, non avrebbero denunciato la situazione.
Durante le ispezioni, i militari dell’Arma hanno appurato che gli occupanti abusivi hanno utilizzato indebitamente la fornitura idrica della scuola; inoltre, uno dei famigliari del custode deceduto, in passato, era stato sorpreso a coltivare marijuana nel cortile dell’istituto, attiguo all’alloggio.
Dagli accertamenti è poi emerso anche che, in alcuni casi, la dirigenza scolastica ha fornito agli occupanti abusivi anche i codici dell’allarme della scuola, con evidenti ripercussioni non soltanto sulla sicurezza del materiale scolastico, ma anche per la presenza di soggetti estranei a contatto con scolaresche di giovane età, che hanno avuto per 10 anni libero accesso all’istituto scolastico.
Qualche tempo fa abbiamo trattato il caso relativo ad alcuni alloggi di ex custodi delle scuole romane spesso, come se fosse praticamente un’abitudine, dagli eredi o da parenti e conoscenti abusivamente. Un caso simile era già emerso sempre Napoli.
Un alloggio di una scuola primaria e dell’infanzia partenopea è stato occupato abusivamente dal 1988 dagli eredi di un custode defunto, i quali, a quanto pare, non pagavano l’affitto e neppure i consumi idrici al Comune. La magistratura contabile stigmatizza “la grave negligenza nella gestione proprio del patrimonio immobiliare e nella riscossione dei canoni e/o delle indennità di occupazioni”
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