I nostri figli vanno in rete, usano lo smartphone anche di notte e in camera loro, spesso lontano da noi, ma se fanno danni chi paga?
Abbiamo già ricordato che lo smartphone è “una macchina da non dare in mano a chiunque e a qualsiasi età”, perché può procurare danni al cervello e insonnia se usato di notte, crea dipendenza ed è il principale strumento da cui partono atti di cyberbullismo.
In caso di minori, comunque non direttamente responsabili, pagano i genitori.
Esiste in Italia (uno dei pochi paesi in Europa) una legge contro il cyberbullismo (2017) che definisce bene il problema: “per «cyberbullismo» si intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica …”
Tutte queste forme di violenza ed altre che si possono esercitare online sono un reato, quindi basta che la vittima denunci quanto ha subito (e per la vittima è l’unico modo di uscirne) per far partire una inchiesta della polizia postale, che è sempre in grado di risalire al “colpevole”. Non esiste anonimato.
La denuncia – dei genitori, se la vittima ha meno di 14 anni – fa attiva due procedure: un procedimento penale (o una ammonizione del questore se non c’è denuncia) e il pagamento, se richiesto, dei danni fisici o morali.
I minori di 14 anni non possono per legge rispondere direttamente ed allora vengono coinvolti i genitori, che sono tenuti ad educare e sorvegliare i figli quindi a pagare multe e danni.
Anche la scuola ha le sue responsabilità, specie se i reati sono commessi da scuola, perché quando i ragazzi sono sotto la tutela dei docenti la responsabilità di educare e sorvegliare viene delegata a loro, mentre il Dirigente ha il compito di organizzare bene la sorveglianza ed ogni altra iniziativa in proposito.
Gli scenari possibili a tutela della vittima sono i seguenti:
Se i reati sono gravi, i ragazzi hanno dai 14 ai 18 anni e potrebbero essere “socialmente pericolosi” può essere anche coinvolto il riformatorio.
È difficile quantificare le multe o la pena perché ogni tipo di azione violenta è collegato ad un reato già presente nel codice penale e poi deve stabilirlo il giudice in base alla situazione.
Ad esempio, Percosse (art. 581 del codice penale), Lesioni (art. 582 del c.p.), Danneggiamento alle cose (art. 635 del c.p.), Ingiuria (art. 594 del c.p.) o Diffamazione (art. 595 del c.p.); Molestia o Disturbo alle persone (art. 660 del c.p.), Minaccia (art. 612 c.p.), Atti persecutori – Stalking (art. 612 bis del c.p.), Sostituzione di persona (art. 494 del c.p.)…
Già prima della legge si parlava di multe dai 400/500 euro per i casi più lievi sino ai 2000 euro.
E di pene dai 6 mesi ai 2 anni di carcere per i casi più gravi. Ovviamente molto di più se il reato (ad es. persecuzione per motivi sessuali della vittima) ne aveva causato la morte per suicidio. Come già successo.
Il processo penale si può concludere con la condanna alla reclusione del colpevole o al pagamento di una pena pecuniaria oppure con ordine al colpevole di compiere attività socialmente utili.
Oltre a questo resta il risarcimento dei danni morali; talora cifre piuttosto alte.
Infine una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che la rete è un luogo pubblico, quindi i reati sono più gravi perché vi assistono più persone, il danno è maggiore e quindi le pene vengono aumentate.
Per fortuna la legge prevede soprattutto che il cyberbullismo venga combattuto prima con informazione, sensibilizzazione, incontri tra docenti e genitori, progetti educativi appositi e un referente per scuola responsabile della prevenzione di questo reato, la tutela delle vittime e la informazione sulle possibili strade per uscirne e molte altre iniziative, in collaborazione con Associazioni. Ecco i compiti delle scuole:
È importante che i genitori, i ragazzi ed i docenti siano informati di questa situazione, perché proteggano i figli se possibili vittime o possibili bulli, tenendo un canale di comunicazione aperto con loro, facciano quanto è loro dovere, ma soprattutto perché educhino, prevengano; coinvolgano i figli e si interroghino partendo da una domanda: ma perché è successo?
– Dirigente Scolastico della Scuola frequentata dal figlio
– Polizia postale
– Help line di Telefono Azzurro per Generazioni Connesse
Il Safer Internet Center italiano mette a disposizione due canali a cui ci si può rivolgere per un consiglio o un aiuto. Il primo è la linea di ascolto gratuita 19696, il secondo la chat. La helpline è attiva 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno. La chat invece è attiva tutti i giorni dell’anno dalle 8 alle 22 (sabato e domenica dalle 8 alle 20).
La legge
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/06/3/17G00085/sg
Guida alla legge
https://giuricivile.it/cyberbullismo-legge/
Bulli in famiglia
https://d.repubblica.it/lifestyle/2016/07/15/news/come_fare_fratelli_bulli_litigano_psico-3136855/
Commenti alla legge
https://www.money.it/Cyberbullismo-bullismo-online-legge-cosa-prevede
https://www.studiocataldi.it/articoli/23672-bullismo-i-danni-li-pagano-scuola-e-genitori.asp
Siti utili
https://www.generazioniconnesse.it/site/it/0000/00/00/cyberbullismo–3/
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