Sarebbero l’8,5% gli adolescenti vittima di cyberbullismo con un incremento del 30% rispetto allo scorso anno. Tra le vittime sistematiche delle prevaricazioni digitali, a volte anche quotidiane, l’82% si sente frequentemente triste e depresso, il 59% ha pensato almeno una volta al suicidio e il 52% mette in atto condotte autolesive.
La legge contro il cyberbullismo in vigore da oggi ha lo scopo di contenere il fenomeno e coinvolgere le scuole nel contrasto di quelle molestie online che in troppi casi hanno portato chi ne è stato vittima a togliersi la vita.
La ministra Valeria Fedeli, in un tweet ha scritto: “E’ un provvedimento importante con cui mettiamo al centro la tutela delle nostre ragazze e ragazzi”.
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Il testo introduce per la prima volta nell’ordinamento la definizione legislativa di bullismo telematico, inteso come ogni forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, manipolazione, acquisizione o trattamento illecito di dati personali realizzata per via telematica in danno di minori.
Ma è cyberbullismo anche la diffusione di contenuti online per isolare il minore mediante un serio abuso, un attacco dannoso o la messa in ridicolo.
I ragazzi sopra i 14 anni (anche senza che i genitori lo sappiano) potranno chiedere direttamente al gestore del sito l’oscuramento o la rimozione dell’aggressione on line.
Nel caso in cui il gestore ignori l’allarme, la vittima, stavolta con il genitore informato, potrà rivolgersi al Garante per la Privacy che entro 48 ore dovrà intervenire.
Ma anche alla scuola dovranno fare la loro parte, individuando un referente per le iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo. Al preside spetterà il compito di informare subito le famiglie dei minori coinvolti in atti di bullismo e, se necessario, convocare tutti gli interessati per adottare misure di assistenza alla vittima e sanzioni e percorsi rieducativi per l’autore.
Il Miur ha poi il compito di predisporre linee di orientamento di prevenzione e contrasto puntando sulla formazione del personale scolastico e la promozione di un ruolo attivo degli studenti, mentre ai singoli istituti è demandata l’educazione alla legalità e all’uso consapevole di internet.
Alle iniziative in ambito scolastico collaboreranno anche polizia postale e associazioni territoriali. Il dirigente scolastico che venga a conoscenza di atti di cyberbullismo (salvo che il fatto costituisca reato) deve informare tempestivamente i soggetti che esercitano la responsabilità genitoriale o i tutori dei minori coinvolti e attivare adeguate azioni di carattere educativo.
In caso di ingiuria, diffamazione, minaccia o trattamento illecito di dati personali via web, fino a quando non vi sia una querela o denuncia il cyberbullo, sulla falsariga di quanto già è previsto per lo stalking, potrà essere formalmente ammonito dal questore che lo inviterà a non ripetere gli atti vessatori. Insieme al minore sarà convocato anche un genitore. Gli effetti dell’ammonimento cessano al compimento della maggiore età.
Presso la presidenza del consiglio verrà istituito un tavolo tecnico con il compito di redigere un piano di azione integrato per contrastare e prevenire il cyberbullismo e realizzare una banca dati per il monitoraggio del fenomeno.
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