Lo scorso mese di aprile l’Usr del Lazio ha pubblicato i risultati del monitoraggio del PNSD ( Piano Nazionale Scuola Digitale).
Molto interessante per la presenza di dati e numeri, dai quali partire per riflessioni e considerazioni.
E’ presente una “finestra” sul cyberbullismo che lascia perplessi. Si legge
“E’ abbastanza significativo il dato per cui solo un terzo dei docenti che hanno risposto, nonostante siano figure di riferimento all’interno dell’Istituto di appartenenza, dichiari di aver partecipato ad attività formative su temi specifici e fondamentali come quelli relativi alla sicurezza in rete e al cyberbullismo.” (pag.6)
Nella pagina seguente è riportato un passaggio apparentemente contraddittorio:
Per quanto riguarda, infatti, le attività di formazione sui temi del PNSD, “prevalgono le tematiche del cyberbullismo, con il 74% di scuole che ha già organizzato eventi formativi sul tema, e la sicurezza in rete con il 60% di corsi svolti nelle scuole.”
La lettura veloce e poco approfondita può portare a considerare le due situazioni contraddittorie. In realtà non lo sono. Da una parte, infatti, si certifica il disimpegno formativo (partecipazione a seminari, corsi di aggiornamento) dei docenti “nonostante siano figure di riferimento all’interno dell’Istituto di appartenenza” (referente per il contrasto al cyberbullismo?). Di contro si evidenza una soddisfacente offerta formativa nel proprio istituto, delegata ovviamente a soggetti o Enti esterni alla scuola per via dell’impreparazione del Referente.
Questa modalità basata sull’invito di esperti esterni rischia di non fornire ai ragazzi quel supporto quotidiano fatto di relazionalità e orientamento. Aspetti indispensabili per un’azione efficace di contrasto al fenomeno. Affermo questo, in quanto referente al problema nel mio Istituto.
Ho potuto constatare quanto sia importante il momento formativo, la fase di orientamento (indicazioni di procedure informatiche sicure) e di relazione attivate da un docente che i ragazzi conoscono e possono incontrare ogni giorno.
La kermesse ha la sua importanza, ma anche un limite: essere occasionale e rimanere fuori dalla quotidianità, grazie alla quale si crea progressivamente la relazione con gli studenti.
di Gianfranco Scialpi
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