Il social network tra i più diffusi al mondo, Twitter, sta sperimentando una nuova funzionalità che consentirà a tutti i suoi iscritti di difendersi dai messaggi offensivi in maniera preventiva.
La nuova funzionalità attualmente in fase di test consentirà, infatti, di spostare in una nuova cartella di “messaggi aggiuntivi”, tutti quei contenuti che saranno interpretati dall’intelligenza artificiale come offensivi e inopportuni.
Grazie al nuovo algoritmo implementato la Piattaforma Digitale è in grado di riconoscere, moltissime parole “offensive” e di classificarle in una categoria ad hoc in maniera tale che l’utente può decidere se aprire il messaggio o cancellarlo senza leggerne il contenuto. Nell’anteprima del contenuto è indicato, infatti, che il messaggio è stato nascosto senza dare effettiva visibilità di quello che c’è scritto effettivamente nel testo, dando evidenza in questo modo che lo stesso è stato individuato come offensivo e quindi filtrato.
Twitter come gli altri social Network stanno lavorando da tempo per trovare soluzioni e nuove funzionalità in grado di combattere il devastante fenomeno del cyber-bullismo, consapevoli di come la Rete ricopra ormai un ruolo fondamentale della nostra vita quotidiana ma anche in grado di esporre gli utenti ad una serie di pericoli come quello del bullismo che dilaga soprattutto tra i giovani.
Instagram e Facebook permettono da tempo, ad esempio, di filtrare le parole, scelte dall’utente e da lui ritenute offensive, per evitare di pubblicarle sul proprio profilo.
Google tramite l’App “Family Link” filtra parole e ricerche su internet non adeguate per i minori e fa un controllo anche sulle App che il bambino può scaricare.
E’ chiaro che per combattere il fenomeno occorre lavorare tutti insieme. Giusto e doveroso che le piattaforme lavorino con il supporto della tecnologia, però scuola e famiglia devono dare il loro forte contributo. Da una parte è compito dell’Istituzione scolastica lavorare sulla cultura del rispetto aiutando e supportando il giovane che subisce offese a denunciare il fatto, dall’altro i genitori devono essere informati del fenomeno e far sentire al figlio la propria presenza vigilando con attenzione e discrezione su come trascorre il suo tempo “digital”.
Da una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università nazionale Capodistriana di Atene e pubblicata sulla rivista “BMC Public Healt” sembra che ci siano maggiori rischi di cyberbullismo se si superano le due ore di utilizzo al giorno sui social.
La ricerca ha coinvolto un gruppo di adolescenti di 14-17 anni provenienti da sette paesi europei (Romania, Germania, Polonia, Grecia, Paesi Bassi, Islanda e Spagna). I risultati dell’indagine hanno evidenziato, in particolare, come i ragazzi che usavano i social network per più di due ore al giorno avessero maggiore probabilità di ricevere messaggi aggressivi e minacce, sentirsi socialmente esclusi e condividere informazioni private o inappropriate. Secondo Artemis Tsitsika, co-autore dello studio, il lavoro mette in discussione i risultati recenti di altre ricerche, le quali suggerivano che la sola presenza anche minima sui social network potesse aumentare il rischio di diventare vittime di cyberbullismo.
Non sappiamo quanto queste ricerche siano scientificamente corrette, sicuramente un controllo sui tempi e soprattutto sul tipo di utilizzo dei social e di internet che ne fanno i ragazzi è in ogni caso assolutamente opportuno e fondamentale per salvaguardare la crescita dei nostri ragazzi.
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