Il disegno di legge che punta a contrastare il fenomeno del cyberbullismo è stato approvato dall’Aula del Senato quasi all’unanimità.
La votazione è avvenuta nella serata del 31 gennaio: sono stati fatti registrare 224 sì, un solo voto contrario e 6 astenuti.
Il provvedimento, prima firmataria Elena Ferrara (Pd), è stato cambiato rispetto alla versione uscita dalla Camera, pertanto dovrà tornare all’esame di Montecitorio.
A votare a favore ha votato anche il M5S. Hanno spiegato perché i senatori del M5S Serra, Donno, Blundo, Endrizzi, Morra: questo testo, rivisto e corretto, dicono, “prova a concentrarsi nuovamente, dopo lo stravolgimento avvenuto in precedenza, sullo specifico della tutela del minore, ai fini di una maggiore efficacia nella sua applicazione. Abbiamo perciò votato favorevolmente ma con un monito: come legislatori abbiamo il dovere di approvare delle leggi che non siano meri proclami, che non siano spot pubblicitari ma atti concreti per affrontare un fenomeno che sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti”.
Nella stessa giornata, infatti, i dati nazionali sul fenomeno indicano un incremento dell’8 per cento.
“È molto importante – proseguono i ‘grillini’ -, sul versante tecnologico, l’intervento degli uomini e delle donne della polizia postale che da mesi stanno subendo tagli e ridimensionamenti da parte di questo governo – proseguono – ma un ruolo fondamentale di prevenzione, educazione e formazione, deve essere svolto dalla scuola”.
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“È necessario non solo educare i ragazzi all’uso consapevole e informato di Internet, ma anche dotare gli istituti di figure professionali che possano portare avanti una strategia di attenzione e di tutela verso gli studenti coinvolti, siano essi vittime o responsabili degli atti vessatori”.
“Per questo è necessario un investimento anche economico, oltre che umano – chiudono i pentastellati – con risorse importanti da destinare alla formazione scolastica. Risorse che, rispetto al testo approvato in prima lettura, risultano addirittura diminuite: su questo esprimiamo la nostra preoccupazione. In sostanza vengono utilizzati fondi che erano stati previsti per l’integrazione, il lavoro sulla disabilità e quanto già i professori portano avanti in molti istituti. Vigileremo perchè non sia il solito gioco delle tre carte”.
Secondo la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, però il sì del Senato al testo è un grande risultato:“Finalmente – sottolinea il responsabile del Miur – si affronta pienamente e in modo deciso un fenomeno che spesso, erroneamente, viene sottostimato. Con questo ddl mettiamo al centro la tutela delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. Dobbiamo colmare i vuoti educativi in cui si annida ogni forma di discriminazione e di violenza. Lo facciamo anche con questo ddl, che ora passa alla Camera per la definitiva approvazione. Lo facciamo, in un’ottica di prevenzione, a partire dalla scuola che è luogo principale di formazione, di inclusione e accoglienza. Finalmente abbiamo imboccato la strada giusta”.
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