“In questo periodo si moltiplicano le segnalazioni dei genitori con figli adolescenti di repentine difficoltà da parte dei loro ragazzi ad addormentarsi. Problemi che si manifestano già dai 10 anni in poi, e che portano al mattino a stanchezza, irritabilità, facili distrazioni a scuola. Con un calo della performance e dei voti”.
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“Io sono il primo a dire che non bisogna vietare l’uso di questi dispositivi ai giovanissimi nativi digitali, ma il problema – avverte Farnetani – è che prima di andare a letto un uso prolungato interferisce con l’addormentamento. E questo perché il cervello non si mette in attività di ‘riposo’, ma resta sempre vigile. Inoltre la luce, anche quella dei tablet e degli schermi del pc, contribuisce a tenere svegli. Così poi, al momento in cui si vorrebbe dormire, si è troppo ‘carichi’ e non ci si riesce”.
Un problema che si manifesta soprattutto in inverno, “quando fa buio presto e il freddo o la pioggia costringono a stare in casa, riducendo le opportunità di movimento, che aiuta a ‘scaricare’ l’energia e favorisce il sonno”.
Che cosa fare, allora? “Bisogna parlarne con i ragazzi e si dovrebbe farlo anche a scuola. L’ideale, comunque – suggerisce l’esperto – è stabilire una routine serale che favorisca il riposo: consiglio di programmare un’attività fisica pomeridiana, concedere un tempo limitato per l’uso dei tablet dopo cena, qualcosa come 20 minuti o mezz’ora. E poi usare i rituali per andare a letto per ritrovare il relax. Mai passare dal pc alle coperte: prima è bene lavare i denti, chiacchierare con i genitori o leggere qualche pagina di un buon libro. Così – conclude – si favorirà il riposo e si disinnescherà la cyberinsonnia”.