Scrive Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc CGIL in una nota:
“L’approvazione del decreto 104 recante misure in materia di istruzione, università e ricerca è positivo perché tenta di invertire la tendenza degli ultimi anni al disinvestimento nei comparti della conoscenza, ma del tutto insufficiente in termini di risorse impegnate. Sono particolarmente apprezzabili gli interventi su: stabilizzazione degli insegnanti di sostegno; un nuovo piano pluriennale d’immissione in ruolo per i precari della scuola; le nuove norme sul reclutamento dei dirigenti scolastici; la parziale soluzione per modificare l’ incivile norma sui docenti inidonei; gli interventi sull’Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (Afam); i primi elementi d’implementazione di alternanza scuola-lavoro; la definizione con le Regioni dei criteri per il dimensionamento scolastico; la proroga dei contratti a tempo determinato per gli Ingv.
Riteniamo però inaccettabili le ulteriori incursioni legislative sulla contrattazione in tema di contrasto alla dispersione scolastica e i meccanismi premiali per la ricerca senza stanziamenti di risorse aggiuntive .Dopo i tagli epocali fatti prima dal Governo Berlusconi e poi da quello Monti, ci attendevamo qualcosa di più. Ai comparti della conoscenza serve un piano pluriennale di investimenti su università, scuola e ricerca e Afam per: garantire il diritto allo studio; dare stabilità agli organici; superare la precarietà; potenziare l’offerta formativa nel Mezzogiorno; migliorare e qualificare le infrastrutture; promuovere un piano di formazione dei docenti e di tutto il personale. Incomprensibile invece risulta la mancata estensione a tutti gli enti di ricerca della proroga dei contratti a termine come è stato fatto per l’Ingv. Infatti il disastroso decreto sulla pubblica amministrazione (D.L.101/2013) rischia di provocare centinaia di licenziamenti e la mancata stabilizzazione di tutti i precari. Inoltre i recenti provvedimenti del Miur sull’ università a partire dai punti organico stanno provocando conseguenze negative sul reclutamento e sull’offerta formativa. Al fine l’impressione è quella di un provvedimento una tantum e non di un cambio strategico nel considerare la conoscenza un investimento per il futuro del Paese. Per queste ragioni la mobilitazione unitaria continuerà e si intensificherà nei prossimi giorni a cominciare dalla richiesta di soluzioni credibili per i precari della ricerca, per il rinnovo dei contratti nazionale e il pagamento degli scatti di anzianità”.
Negativo il giudizio espresso dalla Gilda degli Insegnanti sul decreto istruzione
“Il decreto istruzione non ha accolto nessuna delle modifiche da noi richieste rispetto al testo approvato dalla Camera. I tempi troppo stretti hanno impedito una discussione approfondita e partorito una legge che presenta molte più ombre che luci”.
E´ negativo il giudizio espresso dalla Gilda degli Insegnanti che “salva”, ma solo parzialmente, il piano triennale di assunzioni “con cui – spiega – si copre soltanto il turn over e parte dell´organico di diritto”.
Pollice verso su tutto il resto, “a partire – sottolinea la Gilda – dall´aumento per i docenti dei carichi di lavoro di carattere burocratico riguardanti l´orientamento. E poi il testo licenziato da Palazzo Madama lascia fuori alcune questioni molto importanti come ‘quota 96´ e la monetizzazione delle ferie dei precari. Silenzio totale – conclude il sindacato – anche su scatti di anzianità e contratto”.
Per la Lega Nord invece il Dl istruzione è riforma sbiadita
”Questo decreto non raggiunge nemmeno lontanamente la sufficienza , non risponde come ogni scelta di questo governo alle esigenze delle famiglie. Il ministro ha annunciato queste estate una grande riforma, in realtà questa non è che una brutta copia sbiadita di una reale volontà riformatrice”.
”Di positivo al decreto ci sono gli impegni della revisione del sistema di accesso all’istruzione per gli immigrati grazie all’istituzione delle classi ponte che consentono agli studenti stranieri di frequentare corsi di apprendimento delle lingua italiana. Le classi di inserimento sono un vero strumento di integrazione, servono a prevenire il razzismo e a realizzare una vera integrazione. Lo spirito del provvedimento è proprio quello di garantire pari opportunità agli studenti stranieri. Noi vogliamo una società dove chi arriva abbia tutti i diritti, ma rispetti i nostri, apprenda la nostra lingua e le nostre regole”
secondo Sel il Dl istruzione è stata una occasione persa e le briciole non bastano
”Un’occasione persa: le briciole non sono sufficienti a risanare una scuola impoverita dai tagli indiscriminati avvenuti negli ultimi vent’anni”.
”Ci asteniamo proprio perché vorremmo mantenere un segnale di apertura nei confronti del governo per alcuni segnali positivi, come la stabilizzazione di 60mila insegnanti e 27mila personale ATA. Tuttavia si tratta solo di un primo passo e disapproviamo la scelta dell’Esecutivo di rifugiarsi, ancora una volta, nell’abusata decretazioni d’urgenza, anziché’ presentare una legge quadro in materia”. ”Chiediamo formalmente al ministro Carrozza di affrontare con decisione le modalità di accesso all’insegnamento, la invitiamo a farsi carico di questo gravissimo problema, perché non bastano i nostri emendamenti, serve un atto forte per sanare un vulnus antico: stabilizzare i precari ‘a vita’ ed assumere gli insegnanti. Il lavoro futuro da parte di SEL inizia dalla legge di stabilità: una proposta tra tutte: la stabilizzazione dei ricercatori precari che sono dipendenti della PA, che hanno fatto regolare concorso per diventare ricercatori e che, sistematicamente, si vedono interrompere il loro contratto di lavoro e di conseguenza la loro ricerca. Se vogliamo dare un’opportunità al Paese, la conditio sine qua non è investire nella cultura e nell’Istruzione, la politica dell’austerity ha già fatto troppi danni”
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