Come preventivato, il decreto legge n. 104 recanti “misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca”, approvato l’ultimo giorno di ottobre alla Camera, è giunto all’esame della Commissione Istruzione del Senato. Per i senatori ci sono vincoli importanti, che lasciano poco tempo per attuare l’esame degli articoli approvati Montecitorio: la conversione in legge dovrà infatti essere effettuata improrogabilmente entro l’11 novembre. I senatori hanno fatto sapere di stare esaminando le modifiche approvate alla Camera e contenute in un documentosu cui stanno lavorando alacremente proprio in queste ore. L’obiettivo è arrivare a discutere il testo in Aula nell’arco di ventiquattrore. E approvare probabilmente il ‘pacchetto’ già nella giornata di venerdì 8 ottobre.
Tra i senatori c’è ottimismo: la capogruppo in Commissione Istruzione del Pd, Francesca Puglisi, ha dichiarato che “il lavoro di miglioramento del testo fatto con grande collaborazione é un fatto positivo”.
Tra i provvedimenti che restano in sospeso, riporta l’agenzia Ansa, restano alcune questioni come quella dei 41 milioni promessi per gli atenei più virtuosi (un problema tecnico non ha permesso lo stanziamento), della cui mancanza si sono fortemente lamentati i rettori. Una somma che potrebbe essere tuttavia recuperata nel decreto che contiene interventi urgenti per le Regioni e gli enti locali.
Inoltre, come già accaduto alla Camera, i senatori hanno intenzione di inviare alcune “raccomandazioni” al Governo. Che non comportano un impegno formale. Né tantomeno rappresentano modifiche. Le prime indicazioni della Commissione Istruzione riguardano il contesto accademico, che negli ultimi anni è stato martoriato non poco. “Con quattro Ordini del Giorno presentati in commissione – ha detto il senatore Riccardo Nencini, segretario del Psi e membro della commissione – abbiamo chiesto un impegno al Governo perché metta in atto il Piano straordinario nazionale per il reclutamento dei ricercatori, investendo i 70 milioni di euro già previsti; perché si ripristini il turn-over del corpo docente, permettendo ai 250 professori associati, che hanno vinto un concorso, di diventare legittimamente ordinari; perché venga riconosciuto l’accesso alle scuole di specializzazione agli studenti di medicina secondo un regolamento ponderato, senza alterare le regole fin qui vigenti, inficiando l’impegno di tanti di loro; perché nelle pluriclassi, tipiche di tante zone penalizzate di montagna, non si aumenti eccessivamente il numero degli studenti; perché si prevedano – ha conclude Nencini – finanziamenti per le eccellenze tra gli atenei”.