Le nuove norme che regolano la vita delle città metropolitane stanno provocando una sorta di paralisi in più di una situazione.
Emblematico ciò che sta accadendo a Torino, almeno secondo il deputato PD Umberto D’Ottavio, componente della Commissione Cultura della Camera.
“La vittoria dell’Appendino e della Raggi a Torino e a Roma – spiega D’Ottavio – ha comportato che le stesse siano anche sindaco delle due città metropolitane, anche se alle elezioni di secondo grado per eleggere il Consiglio Metropolitano non hanno ottenuto al maggioranza dei consiglieri. Si tratta di una situazione paradossale che sta facendo diventare il governo del territorio molto problematico se non addirittura assente”.
Il problema si ripercuote in particolare sul sistema di istruzione dal momento che alla Città metropolitana di Torino compete la gestione di oltre 150 edifici scolastici delle scuole superiori.
Sotto il profilo normativo la situazione è complessa perché da un lato c’è la legge Del Rio (la n. 56 del 2014) che anticipava in qualche modo l’abolizione delle province, mentre dall’altro la bocciatura del referendum costituzionale sta rendendo problematica la vicenda.
“Quindi – spiega e conclude D’Ottavio – c’è bisogno di una nuova visione del ruolo delle istituzioni degli Enti Locali e proprio per questo ho presentato una piccola proposta di legge che prevede che il sindaco metropolitano sia eletto dal Consiglio e non sia automaticamente il sindaco del comune capoluogo”.
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