Mancano ormai pochi giorni alla presentazione ufficiale del decreto legge che dovrà dare il via al Piano “Buona Scuola”, le anticipazioni, più o meno attendibili, si susseguono ma è probabile che bisognerà aspettare proprio il comunicato stampa che verrà diramato al termine del prossimo consiglio dei Ministri per saperne qualcosa di preciso.
Per intanto ci accontentiamo di qualche notizia diffusa molto cautamente dai protagonisti dell’intera operazione.
Nella giornata del 28 febbraio, ad esempio, Umberto D’Ottavio, deputato PD membro della Commissione Cultura della Camera, ha confermato che per l’attuazione dell’intero progetto si farà ricorso a due atti diversi: “il primo, un decreto legge per gli interventi urgenti e da attuare entro il 2015, il secondo una legge delega su argomenti per i quali non esistono i motivi di urgenza e che potrebbero entrare in vigore dal successivo anno scolastico”.
E poi una notizia interessante: “Avendo partecipato insieme con gli altri parlamentari che si occupano di scuola, che il decreto non, ripeto non, conterrà l’impostazione del documento iniziale. Abbiamo raccolto le critiche, molte erano condivisibili e il risultato, secondo me, sarà più adatto ad una situazione complicata come quella della nostra scuola”.
Con una sottolineatura importante in materia di assunzioni: “La stabilizzazione dei precari, in questi mesi è stata presentata più come un dovere verso gli insegnanti in attesa che verso quello che serve alla scuola. Si rovescerà l’impostazione: se servono insegnanti di matematica, per esempio, si prenderanno dove sono e non solo dalle graduatorie ad esaurimento. L’impostazione sarà quella del sostegno alla scuola dell’autonomia”.
Non mancano anche due calcoli: “Per me la cosa più importante è la progressiva restituzione di quanto è stato tolto negli anni scorsi.Quasi un quinto dell’intero bilancio del Ministero dell’istruzione. Tutto subito proprio non si poteva fare, troppe sono le urgenze del Paese, ma un miliardo di euro nel 2015 e tre dal 2016 sono una bella cifra credeteci”.
Per concludere con un invito che è pero anche una serena valutazione dell’intera operazione: “Vorrei invitare tutti a leggere con attenzione i provvedimenti, niente di epocale e spero nessuno usi termini eclatanti, nessun stravolgimento solo un poco, secondo me, di quello che serve alla scuola”.