Da qualche anno, soprattutto dopo la pandemia da Covid, assistiamo ad una crescita di casi di lavoratori che dopo i 40-50 anni di età abbandonano il loro impiego per diventare insegnanti: alcuni perché vincono un concorso, altri per ingrossare il numero dei precari. Quest’ultimo caso è quello di Fabrizio P., di Trieste che a 63 anni: come abbiamo avuto modo di scrivere, dopo essersi laureato in Agraria, frequentando le lezioni a Udine e a Padova, avere svolto quasi dieci anni di concorsi e supplenze, è finalmente approdato all’assunzione a tempo indeterminato: da qualche giorno, infatti, ha ricevuto ufficialmente i risultati, positivi, dell’ultimo concorso svolto.
Per anni manager nel settore agroalimentare, riporta l’agenzia Ansa, dal 2015 il neo prof di ruolo ha scelto di cambiare vita e di dedicarsi con passione all’insegnamento. Da allora ha sperato sempre che la scuola potesse diventare un lavoro fisso e stabile.
Nel frattempo, ha insegnato a Rimini nei primi anni, e poi sempre nella zona di Gorizia, sostenendo per due volte il concorso ma con esito negativo.
Quest’anno, infine, dopo tutte le prove affrontate, è arrivato il risultato tanto atteso: quest’anno il docente per completare l’orario di 18 ore settimanali dovrà lavorare su due scuole in provincia di Gorizia. Poi, tra quattro anni lascerà il servizio per andare in pensione. A meno che non gli venga data l’opportunità di rimanere in servizio fino a 70 anni, come dovrebbe essere approvato con la prossima Legge di Bilancio.
Ma il diretto interessato vuole pensare ad oggi: parla di una “conquista straordinaria“, non importa che alla fine della carriera saranno più gli anni in cui ha lavorato da precario che quelli da docente a tempo indeterminato.
“Intanto – dichiara – potrò portare avanti senza pensieri quello che più mi piace e mi appassiona, un traguardo che ho raggiunto dopo molti anni e con tanti sacrifici”.
I casi come quello del prof entrato in ruolo a 63 anni non sono isolati: a causa delle sempre più frequenti crisi aziendali, dovute soprattutto in determinati e riduzioni di commesse che creano esuberi di dipendenti, oppure al venire meno dell’entusiasmo del lavoratore per l’impiego che ricopre, attorno ai 50 anni risulta in decisa crescita la percentuale di chi decide di lasciare il lavoro e di tentare di diventare insegnante.
Il fenomeno è confermato anche dall’età anagrafica media piuttosto alta di partecipanti ai concorsi ordinari, ma anche di coloro che si iscrivono per la prima volta nelle graduatorie d’istituto, soprattuto nelle scuole superiori.
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