Scuola più selettiva non corrisponde a migliori risultati dei diplomati all’università, semmai il contrario: in media sono proprio gli studenti delle scuole meno selettive durante il percorso quinquennale a ottenere poi i risultati migliori all’università, a conferma che efficacia formativa ed equità possono andare di pari passo.
Ecco quanto emerge dall’analisi dei dati elaborata da Eduscopio, il portale che negli ultimi anni è diventato un riferimento per le famiglie e gli studenti, che stanno ultimando il primo ciclo di istruzione. Nato nel 2014, si propone infatti di supportarli nel momento della scelta della scuola dopo la terza media.
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Per la edizione 2020/2021 di Eduscopio, il gruppo di lavoro della Fondazione Agnelli ha analizzato i dati di circa 1.275.000 diplomati italiani in tre successivi anni scolastici (anni scolastici 2014/15, 2015/16, 2016/17) in circa 7.400 indirizzi di studio nelle scuole secondarie di II grado statali e paritarie.
Si confermano stabili anche i risultati delle analisi condotte sull’indicatore chiamato Percentuale di diplomati in regola, il quale mostra per ogni scuola quanti studenti iscritti al primo anno hanno raggiunto senza bocciature il diploma cinque anni dopo. Se la percentuale è alta la scuola è molto “inclusiva” e si impegna a portare avanti il maggiore numero di studenti, senza praticare una severa politica di selezione e scrematura; se la percentuale è bassa la scuola è molto selettiva e gli studenti sono incappati in bocciature e/o hanno abbandonato l’istituto.
Per quanto riguarda gli istituti tecnici (economici e tecnologici) e professionali (servizi e industria/artigianato), i cui diplomati in maggioranza cercano subito lavoro dopo la maturità, Eduscopio rivela che l’indice di occupazione (la percentuale di occupati che hanno lavorato almeno 6 mesi entro i primi due anni dal diploma misurata su quanti non si sono immatricolati all’università) ha continuato a crescere – nel periodo considerato, ovviamente pre-Covid – confermando il trend dello scorso anno. La crescita riguarda sostanzialmente tutti gli indirizzi di studio nelle regioni del Nord e del Centro. Il Sud ha situazioni più differenziate, ma comunque ci sono segnali incoraggianti anche in queste ragioni, come suggeriscono i dati delle città principali (Napoli, Bari, Palermo), come pure di altre province.
Con riferimento ai licei, quest’anno ci sono molte conferme: a Roma primo fra i licei classici è ancora il Torquato Tasso, come tra gli scientifici l’Augusto Righi. Confermati anche a Torino il classico Cavour e lo scientifico Galileo Ferraris, mentre a Napoli mantengono il primato il classico Sannazzaro e tra gli scientifici il Convitto Vittorio Emanuele. Cambio della guardia, invece, a Milano, dove il migliore liceo classico quest’anno è il Sacro Cuore (istituto paritario) che supera l’Alexis Carrel, un’altra paritaria; tra gli scientifici il Leonardo da Vinci supera il Volta.