“Sulla riduzione della pausa estiva per le scuole il ministro Poletti ha perso una buona occasione per rimanere in silenzio. Sottolineiamo solo due aspetti: parlare di più stretto rapporto tra scuola e mondo del lavoro ha ben poco senso in un Paese nel quale la disoccupazione degli under 25 supera il 41%. Serve il lavoro, appunto, prima. La seconda considerazione è sul periodo di stop: è vero che in Italia è più lungo rispetto a diversi paesi europeI, soprattutto quelli nordici, ma è altrettanto vero che in quelle realtà ci sono maggiori pause nel periodo autunno-inverno”.
Lo affermano i parlamentari del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura.
“Che il Ministro poi faccia l’esempio dei suoi figli che in estate scaricavano cassette, o stigmatizzi il fatto che quando le scuole sono chiuse i giovani se ne andrebbero a spasso per le città, è francamente retorica politica da bar sport. Tra l’altro, i giovani che già oggi in estate lavorano , ad esempio nell’agricoltura, sono molti, per quanto poi tali attività non possano essere ascritte tra quelle di formazione professionale di alto profilo. Certamente il lavoro nobilita ma, per preparare le nuove generazioni alla competizione nel sistema globale, ci vuole ben altro”.